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di Renato Carpentieri
MATERA- Un brutto Brindisi esce sconfitto dal “XXI Settembre-Franco Salerno” ma con il petto gonfio di tante recriminazioni.
Due rigori fatali alla squadra dell’ex Carlo Florimbi, ma è il secondo che ha spostato l’ago della bilancia dalla parte materana a far arrabbiare tutto l’entourage biancazzurro pugliese.
Nulla da eccepire sul primo, dove La Rosa ha palesemento tocccato con la mano nel tentativo di contrastare Del Sorbo.
In effetti, non ci sono state proteste.
Sul secondo però il Brindisi fa la voce grossa. Tiro dalle partri di Marconato che blocca con sicurezza, Del Sorbo, sicuramente conoscendo i rilanci precisi del portiere del Brindisi, gli va vicino per non farlo rinviare in tranquillità. Marconato lo spinge per evitare il pressing e la manata è probabilmente l’unico atto visto dall’arbitro.
Il centravanti materano va a terra e l’arbitro ammonisce il portiere del Brindisi e assegna la massima punizione.
Gara quasi chiusa, ma a metterci la parola definitiva è Moscelli che protesta e rimedia il giallo, ma l’attaccante del Gbrindisi non si placa e continua a protestare e l’arbitro lo espelle.
Tante recriminazioni per il Brindisi, però va detto che di palle gol nell’intero arco della gara ne ha create davvero poco soffrendo a centrocampo la pressione di un Matera che attaccava alto e non si faceva schiacciare all’indietro. Perché alla fine il Matera non certo perpretato un furto, ma è chiaro che bisognas capire dove iniziano i meriti della squadra di Cadregari e dove finiscono i demeritio di quella di Florimbi che non ha mai mostrato i muscoli da capolista andando al tiro solo da fuori area con Cejas una volta per tempo.
LA GARA- Matera con Calà al posto dello squalificato Fedi, mentre Giannone non ce la fa e Cadregari conferma Alassani alla destra del tridente d’attacco; sulla sponda brindisina l’ex Carlo Florimbi non può dispore dell’infortunato Taurino e schiera Lispi a fianco di La Rosa. Florimbi recupera Fruci, rdeuce da un infortunio muscolare, ma la sua gara dura poco più di trenta minuti. Perché Florimbi è copstretto a sostituirlo per un riacutizzarsi del problema.
Primo tempo equilibrato con il Matera padrone del centrocampo e un Logrieco in grande giornata. Grande parata di Marconato su di una serpentina del centrocampista e capitano del Matera e sull’angolo susseguente è La Rosa a toccare con la mano nel tentativo di contrastare Del Sorbo. Realizza Ancora. Matera in vantaggio ed è una grande iniezione di fiducia per i giovani di Cadregari (media 21,7). Brindisi prova a rispondere ma c’è solo un tiro di Cejas mentre il Matera legittima il vantaggio con un gioco di grande intensità e rischiando nulla se non su di un calcio d’angolo di Cejas che mette in area un pallone su cui incredibilmente non ci arriva nessun brindisino.
Nella ripresa il Brindisi sembra spingere alla ricerca del pari e guadagna vari calci d’angolo, ma è Marconato a fonire l’assist al Matera per chiudere la gara. Poi è Moscelli a lasxiare i compagni in dieci con un eccessivo nervosismo spiegabile solo nel carattere del giocatore, perché la gara non è stata cattiva.
Matera gioca sul velluto e sfiora più volte il terzo gol, mentre per il Brindisi c’è davvero poco da dire. La squadra di Florimbi resta in vetta, ma dovà registrare qualcosa in mezzo al campo dove la brillantezza del Matera ha prevalso risultando la chiave i volta del match. Rigore a parte, perché può essere usato come recriminazione l’episodio del due a zero, ma da una capolista era lecito attendersi di più. Mentre il Matera ha sfoderato una prestazione importante che può davvero dare tanta autostima a questa squadra che può salvarsi al più presto se resterà umile come ieri. Magari con qualche sostenitore in più e qualche scettico in meno. Perchè la Cadregari-band merita solo applausi e tanti incoraggiamenti

QUI MELFI- MELFI- Che occasione persa. Il Melfi non va oltre uno scialbo pari contro il Milazzo ultimo in classifica, che per di più ha giocato per oltre un ora in inferiorità numerica per l’espulsione, forse un po’ troppo fiscale, comminata a Cucinotta, dopo un quarto d’ora di partita.
I siciliani dopo 4 sconfitte consecutive, privi dello squalificato Iannelli e dell’infortunato Ricciardo, denotando evidenti limiti tecnici e con un undici imbottito di under, tornano a casa con un punto insperato. I gialloverdi gettano alle ortiche la chance di andare in testa alla classifica. Dopo l’affermazione di Vibo, ci si aspettava di più, ed invece è arrivato un risultato negativo, unito ad una prestazione poco convincente. In casa, contro avversari chiusi, il Melfi denota grandi difficoltà.
Per la terza volta consecutiva, è stato costretto alla rimonta.
E’ andata bene con il Fondi, meno con il Matera e con il Milazzo.
Da un organico così ricco e di qualità, lecito sperare in qualcosa di meglio.

La cronaca del match.
Ciullo e De Gennaro confermano la stessa formazione che ha sbancato il Luigi Razza, Venuto a rischio panchina, schiera i suoi con un prudentissimo 4-5-1, lasciando in avanti il solo Lasagna.
Dopo appena venti secondi, proprio quest’ultimo impensierisce Pozzato che respinge di piedi.
Sull’altro fronte dopo un angolo, Guazzo in rovesciata colpisce la parte alta della traversa.
Ben più consistente il legno preso da Lasagna che dopo un buco clamoroso di Agius, si trova a tu per tu con Pozzato.
Il tentativo di lob finisce sul montante alto. Grosso pericolo per il Melfi. Al quarto d’ora, Russo si invola centralmente, Cucinotta lo tocca da tergo. Fallo netto e per l’arbitro, anche intervento da cartellino rosso.
Milazzo in dieci. Potrebbe essere la svolta del match, ma il Melfi fatica ad appofittarne. Al 26° colossale chance per i gialloverdi. Guazzo serve un assist al bacio per Chiaria, solo davanti al portiere avversario. Conclusione da dimenticare per l’attaccante lombardo. Passano i minuti ed il Melfi trova sempre più difficoltà a trovare il pertugio giusto. Manovra lenta e poco propositiva sulle corsie esterne.
Un refrain già registrato in precedenti circostanze.
Ad un minuto dal termine della prima frazione, arriva anche l’inaspettata doccia gelata.
Vignati perde banalmente palla a centrocampo e da il là al contropiede avversario.
D’Amico viene steso al limite.
Battuta precisa di Quintoni, uno dei pochi esperti dell’undici siculo, sinistro che pesca l’angolino lontano, laddove Pozzato non può proprio arrivarci.
Uno a zero Milazzo.
Con questo risultato si chiude la prima frazione. Stesse squadre ad inizio ripresa.
Deluso chi si aspettava un cambio di modulo, e maggiore spregiudicatezza con un Milazzo, praticamente con un solo attaccante in campo.
Al 3° ancora una punizione dello specialista Quintoni, palla sull’esterno della rete.
All’8 va al tiro Guazzo in area avversaria. Lanzolla forse tocca con un braccio, il direttore di gara sorvola.
Al 14°, rovesciata di Guazzo palla sul fondo.
Ciullo e De Gennaro cambiano qualcosa.
Fuori Vignati e Naglieri, dentro Pellecchia e Milella. Proprio un cross di quest’ultimo propizia il gol del pari. Fantastica girata di Guazzo che di destro gonfia la rete in modo imparabile e sontuoso.
Straordinaria coordinazione per l’ex comasco al suo terzo sigillo personale. Mancherebbero ancora più di 25 minuti per completare la rimonta, ma il Melfi non riesce a sfruttare la superiorità e soprattutto a dare brillantezza al proprio gioco. Il Milazzo respinge anche gli ultimi confusionari assalti lucani e torna in Isola con un punto d’oro.
Per il Melfi la seconda partita, dopo Trapani, in cui in superiorità numerica, non è riuscito ad avere la meglio sui propri avverrsari.
Un grosso limite.
Chi si aspettava risposte importanti relative a tangibili ambizioni da questa formazione, oggi non le ha trovate. Speriamo che possa ripassare e trovarle successivamente.

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