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Franco Mungari e Rosalba Minniti, rispettivamente Segretario Generale e Segretaria delle Politiche socio-sanitarie del sindacto Spi-Cgil, hanno diffuso il testo di una lettera indirizzata Al Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti sul tema del le modalità di attuazione del piano di razionalizzazione e riqualificazione del servizio sanitario regionale, meglio conosciuto come piano di rientro dal debito sanitario.
«Dal suo ragionamento complessivo (pur non esente da sottolineature sulle responsabilità, sul mancato rispetto dei tempi di attuazione del piano, sulla professionalità dello staff), – scrivono i due sindacalisti – è sembrata emergere la volontà di puntare ad un modello regionale di sanità pubblica con al centro dell’azione politica il cittadino, dunque la persona ed i suoi bisogni, in un contesto di onestà politica e correttezza metodologica. Tutto questo, le fa sicuramente onore. Ci permetta allora – continuano – alcune domande le cui risposte potranno chiarire qualche dubbio residuo. Tra gli interventi e le azioni citate, lei signor Presidente non ha fatto alcun riferimento ai ticket ed ai tributi regionali che hanno raggiunto i massimi livelli. Se però è vero, come lei ha ribadito anche ieri, che il debito non è di oltre due miliardi ma di molto inferiore, – domandano – perchè non è possibile rimodulare almeno le modalità di esenzione dal ticket, prevedendo fasce Isee differenziate e differenziati importi di compartecipazione, per come già Le abbiamo chiesto il 26 luglio scorso? Perchè in Calabria il cittadino che ha un reddito Isee di 10 mila ed 1 centesimo di euro deve pagare come quello che ne ha magari 30-40 o 50 mila, in barba al principio costituzionale secondo cui ognuno deve contribuire in base alle proprie capacità economiche? Non pensa – continuano – che con i circa 800 milioni della premialità legata al rispetto del piano di rientro, se riuscirà a sbloccarli, un’operazione di tal genere sia possibile, a difesa dei cittadini più deboli, senza intaccare i contenuti del piano stesso»? Sempre secondo lo Spi, il Presidente «non ha fatto cenno ad una delle azioni più importanti previste dal piano: il rafforzamento della medicina di territorio, così come non ha parlato di azioni per il rafforzamento dell’Assistenza domiciliare integrata (ADI). Come pensa di farlo? Come pensa – chiedono i due sindacalisti – di coniugare medicina di territorio ed ADI in favore delle fasce più deboli della popolazione tra cui gli anziani»?
«Se la riconversione degli ospedali – continuano – dovrà essere completata, come lei ha detto ieri, entro il 30 marzo 2011 e gli «Ospedali distrettuali» saranno attivi entro il 30 marzo 2012, che ne sarà della salute dei cittadini, sopratutto anziani, di quei territori per un intero anno? A chi e dove si rivolgeranno? Relativamente agli «Ospedali distrettuali», lei signor Presidente ci ha detto che saranno organizzati sul modello Case della Salute le quali dovrebbero essere il luogo della piena integrazione socio-sanitaria con il coinvolgimento e la partecipazione, consapevole e responsabile, degli Enti Locali e delle Comunità interessati. Ma se tali soggetti non sono coinvolti sin da subito nel processo, come si può pensare al successo dell’azione? E poi, quante strutture saranno realizzate complessivamente? Quanti degli oltre 180 milioni di euro di fondi europei già impegnati nel progetto Casa della Salute saranno utilizzati? Dove e come? Non le sembra, signor Presidente, – continua la lettera – che la nuova mappa delle strutture ospedaliere sia impostata più sul vincolo di piano delle strutture da riconvertire che sugli effettivi bisogni territoriali di sanità»? I due sindacalisti pongono inoltre una domanda di natura tecnica: «La sua Giunta ha approvato il 2 luglio del 2010, con la delibera n.494, il programma regionale per la realizzazione della rete dei CUP (Centri unificati di prenotazione), un servizio cui il mondo dei nostri rappresentati che sono pensionati e persone anziane guarda con molta attenzione per veder ridotte le liste di attesa. La delibera contiene un crono-programma che prevede, tra le altre, azioni da concludersi entro il 30 aprile 2010, dunque ben due mesi prima dell’approvazione dell’atto! Le sembra serio e credibile? Le chiediamo: la rilevazione e consegna dei report sui tempi medi di attesa da parte delle Aziende, prevista da crono-programma entro il 30 aprile 2010 è stata fatta? E qual è? Siamo convinti che questa Regione abbia necessità di un totale riassetto del suo sistema sanitario e il piano di rientro è l’occasione per farlo almeno in buona misura. Ma crediamo – continuano – che le domande poste debbano avere risposta. Così come crediamo che la «concertazione» con i soggetti portatori di interessi specifici , tra cui i Sindacati dei Pensionati, debba avere un luogo fisico ed una frequenza temporale definita e costante, affinchè si possa lavorare al meglio, nell’interesse esclusivo della comunità amministrata e delle persone rappresentate. Per questo – conclude lo Spi – chiediamo la costituzione di un tavolo tecnico-politico permanente che aiuti anche la Calabria, alla vigilia del federalismo, ad affrontare nella maniera più unitaria possibile le grandi sfide che ha davanti».

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