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IL pedaggio sulla Salerno Reggio e sul raccordo autostradale Sicignano-Potenza appare più che «assurdo». E nel giorno in cui il deputato lucano Salvatore Margotta, vicepresidente della commissione Ambiente della Camera, diffonde la notizia sulla scelta di Anas e Governo, proprio Pietro Ciucci, presidente della Società Autostrade, annuncia gli impegni e dettaglia i programmi su quello che ammette essere «il cantiere più lungo di Europa». Probabilmente, però, anche quello più duraturo. Tanto che ai deputati dell’opposizione era scappato più di un sorriso quando, 24 ore prima, nel discorso a Montecitorio, il premier Berlusconi aveva elencato, tra gli impegni, la chiusura dei lavori sull’A3.
Non usa mezzi termini Salvatore Margiotta che diffonde la notizia appresa, non senza sconcerto, durante un’audizione di Ciucci in commissione, in cui è stato presentato il bando di gara già pubblicato il 13 settembre, «per la fornitura e messa in opera di un innovativo sistema di pedaggiamento senza barriere». E tra i tratti «da assoggettare a pedaggio, oltre all’intera Salerno – Reggio Calabria, compare anche il raccordo autostradale Sicignano – Potenza. Ma, secondo il deputato del Pdl, Vincenzo Taddei, la realtà sarebbe diverse: «Per quanto riguarda il pedaggio sul raccordo Potenza-Sicignano, di cui tanto si allarma Margiotta, si tratta semplicemente di uno studio commissionato dall’Anas che riguarda l’intera rete autostradale italiana ed in particolare l’A3. Studio che non avrà risvolti pratici per le nostre strade». Questo perchè, spiega Taddei, «il tratto ha una bassa affluenza di veicoli e certamente non verrà preso in considerazione per alcun tipo di pedaggio».
Ma che l’ipotesi sia «assurda» Margiotta, vicepresidente della commissione, lo ha ribadito anche nel corso di una seduta alla Camera, ieri mattina: «Si intende far pagare il pedaggio su un tronco che attraversa un’area interna e svantaggiata, peraltro con densità di traffico minima, soggetto a manutenzione scarsa e del tutto inadeguata ed in cui, per fare solo un esempio, da 2 anni non è ancora stata ripristinata la piena funzionalità dei ponti di Picerno e di Balvano». E per cosa? La scelta, ricorda, «porterà pochi soldi nelle casse dello stato e graverà, invece, pesantemente sui cittadini». Il contesto, poi, è quello «di un territorio che sconta un incredibile deficit infrastrutturale, ed un gap rispetto alle altre aree del Paese che in questo decennio di applicazione della legge obiettivo è aumentato anziché diminuire, come evidenziato da ultimo dall’Istituto Tagliacarne». Poche ore dopo la nota ufficiale dell’Anas in cui si ricorda che il termine “nuova” A3 non è casuale: l’Anas si dice orgogliosa del fatto che i cantieri disseminati lungo l’autostrada siano destinati non al semplice allargamento di quella costruita oltre quaranta anni fa, «ma si sta realizzando una nuova, moderna e più sicura autostrada, abbattendo gradualmente la precedente». Quattrocentoquarantatre chilometri (ad oggi sono stati completati 210 km) che saranno del tutto disponibili – questo l’impegno dell’Anas – entro il 2013. Ciucci assicura che i fondi pubblici stanziati, circa 7,5 miliardi di euro, saranno sufficienti, in un contesto in cui quel cantiere fa i conti con antichi contenziosi distribuiti in alcuni lotti, con un territorio complesso (metà del percorso attraversa gli Appennini calabresi e lucani) e – ammette l’Anas – con un impegno continuo alla lotta «all’infiltrazione criminale, una costante che ha accompagnato lo sviluppo dei lavori sulla Salerno Reggio-Calabria». Se non bastasse, il “fatto” viene ripreso anche da taddei che ricorda come «in accordo con la Regione Basilicata, sono stati infatti indirizzati ben 800 milioni di euro dal 2001 al 2006 per il settore idrico. Dando priorità a questo segmento si sono realizzate opere importanti per le reti idriche e fognarie di numerosi Comuni lucani, grazie anche al lavoro svolto dall’ex sottosegretario alle Infrastrutture Guido Viceconte». Aggiunge i «passi in avanti per la realizzazione della Potenza-Bari con l’approvazione del progetto preliminare, il raddoppio delle corsie della 106 Jonica». Tra i parlamentari democratici il tema è stato ripreso anche dalla senatrice Teresa Armato che ricorda come il Sud sia «la principale delle questioni da affrontare», infrastrutture comprese. Ma in Basilicata al danno sembra aggiungersi la beffa: «Mentre Governo e Anas, suo braccio operativo, non hanno speso neanche un euro in Basilicata sulla Salerno-Potenza-Bari la Murgia-Pollino, sulla Lauria-Candela, sulla Tito-Brienza – ricorda Margiotta – assistiamo alla decisione di far pagare ai lucani i costi dei propri disservizi». Ancora una volta «l’ennesimo esempio di lontananza del Governo Berlusconi dagli interessi dei meridionali e dei lucani».

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