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Diciotto ospedali da riconvertire, 1.200 posti letto in meno, 100 mila ricoveri in meno; una riorganizzazione che prevede tre ospedali Hub, otto Spoke, quattro ospedali generali, quattro montani e 14 ospedali distrettuali. Sono questi i punti cardine della riorganizzazione della sanità in Calabria, con l’attuazione del piano di rientro dal debito sanitario, illustrati oggi dal presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. Questa mattina il governatore ha presentato la situazione della sanità calabrese, e soprattutto le prospettive, nel corso di una affollatissima manifestazione che si è tenuta a Catanzaro. Doveva essere un incontro tecnico ed è invece è diventato l’occasione per rendere note a tutti le modalità di attuazione del piano di razionalizzazione e riqualificazione del servizio sanitario regionale. A partire dai presidii sanitari che, in due fasi, saranno riconvertiti e sui quali si erano concentrate le polemiche e gli scontri politici dei giorni scorsi, culminati con i blocchi stradali in provincia di Cosenza.
Sei gli ospedali che saranno riconvertirti nella prima fase: Taurianova, Palmi, Siderno, Chiaravalle, San Marco Argentano e Soriano Calabro. Quindi, la seconda fase, con scadenza 2012, per i presidi di Rogliano, San Giovanni in Fiore, Acri, Mormanno, Trebisacce, Cariati, Praia, Lungro, Soveria Mannelli, Serra San Bruno, Scilla e Oppido Mamertina. Durante la manifestazione si è registrata la protesta di una decina di sindaci, che si sono presentati con la fascia tricolore contro i piani di Scopelliti.
Al tavolo di presidenza, tra gli altri, anche i sub commissari che affiancano lo stesso Scopelliti, nominato commissario dal governo Berlusconi: Giuseppe Navarra e Luciano Pezzi. In sala anche i componenti della Giunta regionale, molti consiglieri regionali di maggioranza e qualcuno dell’opposizione, oltre a medici, referenti di associazioni di categoria e rappresentanti del mondo sindacale. «Credo ci siano state profonde incomprensioni e grandi strumentalizzazioni – ha esordito Scopelliti – segno della pochezza dei contenuti».
La critica è stata rivolta soprattutto a quanti, soprattutto provenienti dalla precedente maggioranza che ha guidato la Regione, hanno espresso pareri negativi sul piano di rientro. Il governatore, infatti, ha ricordato che il piano è stato sottoscritto il 17 dicembre 2009 dal precedente governo regionale. «Questo – ha aggiunto – dopo una concertazione di oltre dieci mesi con il Governo nazionale e con Agenas e con i dipartimenti; quindi il primo piano è stato rinviato e poi finalmente sottoscritto. Per questo è preoccupante vedere dei colleghi consiglieri regionali, non tanto i sindaci, che fino a sei mesi fa erano nella maggioranza sostenere che disconoscono il piano di rientro e non ne hanno contezza». Dopo avere ripercorso le tappe che hanno portato alla sottoscrizione del documento, Scopelliti ha sottolineato che nell’ultimo triennio il deficit medio annuo è di 280 milioni di euro, quindi la stoccata sul mancato rispetto degli obiettivi che dovevano essere raggiunti tra il 2009 e i primi mesi del 2010. Tappe che sarebbero state «saltate» dal precedente governo regionale: «Si rimane nudi – ha sostenuto il presidente – davanti alle bugie». Con il conseguente blocco, a causa del mancato rispetto degli accordi, dell’erogazione dei finanziamenti per quattro annualità. Tra le inadempienze sono state ricordate la non disattivazione delle attività per acuti in cinque presidi e la mancata valutazione per altri sei, la mancata adozione del piano di riassetto della rete ospedaliera, la mancata sottoscrizione di alcuni contratti previsti dal piano.
LE CONTESTAZIONI
Nella casa della cultura della Provincia di Catanzaro, si sono presentati alcuni sindaci indossando la fascia tricolore; il primo cittadino di Cariati, Filippo Sero, si è anche imbavagliato. È stata questa la protesta inscenata a Catanzaro dai sindaci del Cosentino e del Crotonese presenti all’incontro promosso dal presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, sulla modalità di attuazione del piano di razionalizzazione e riqualificazione del servizio sanitario regionale. Un dissenso annunciato, dal momento che da giorni, in particolare in provincia di Cosenza, è in atto una vera e propria battaglia delle comunità, con il blocco della strada statale 106 contro la riconversione di alcuni ospedali. All’arrivo del presidente Scopelliti in sala, i sindaci hanno indossato la fascia e si sono posizionati nel corridoio centrale, dal quale hanno ascoltato l’intervento del governatore e commissario per l’attuazione del piano.
Tra i sindaci presenti, quelli di Cariati, Crosia, Mandatoriccio, Scala Coeli, Pietrapaola, Campana, Terravecchia, Umbriatico, Calopezzati, Cropalati, Longobucco e Caloveto, oltre ad altri rappresentanti di altre amministrazioni comunali, tra le quali Chiaravalle.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Sero ha spiegato che «nel precedente piano stilato dalla Giunta Loiero l’ospedale di Cariati aveva un orientamento medico-riabilitativo, mentre oggi non è più così», criticando anche le scelte dal punto di vista della copertura territoriale, «tra Crotone e Policoro l’unico presidio è rappresentato dagli ospedali riuniti di Rossano e Corigliano». Il primo cittadino ha sostenuto che nella Sibaritide sono stati ridotti i livelli minimi di assistenza: «Non si può smantellate la rete ospedaliera, in Calabria ci sono ospedali inutili ma certamente non quello di Cariati».
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