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«Deve finire da parte della ‘ndrangheta la profanazione di questi territori». Lo ha detto questa mattina il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano partecipando a Polsi, nel santuario della Madonna della Montagna, alla cerimonia in onore di san Michele Arcangelo, Patrono della polizia. La cerimonia quest’anno si è svolta nel cuore dell’Aspromonte, in territorio di San Luca, per iniziativa del questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona. «Questa iniziativa – ha sottolineato Mantovano – è la conferma di quanto il Governo stia facendo per la legalità, pre condizione per qualsiasi ipotesi di sviluppo. La scommessa è alta e per vincerla lo Stato utilizzerà al massimo i beni confiscati che rappresentano un momento particolare per sconfiggere la mafia». Il luogo di culto mariano, che annualmente produce un grande momento di fede e di aggregazione socio – religiosa, è anche caro ai vertici della cosce della ‘ndrangheta che, nel segno della tradizione ereditata dalla vecchia «onorata società», nel mese di settembre – come evidenziano le cronache giudiziarie – si riuniscono nella zona per assumere decisioni e tracciare le strategie da portare avanti nell’esclusivo interesse delle singole ‘ndrine e della holding mafiosa. Da Polsi è partito un messaggio da parte dello Stato democratico che, come ha evidenziato il questore Carmelo Casabona «è rivolto soprattutto ai giovani che vogliono avviare una vita nuova. Siamo qui, assieme alla Chiesa, per fare quadrato attorno a questo luogo sacro che tale dovrà rimanere». Il vescovo di Locri, Giuseppe Fiorini Morosini, che ha officiato il rito religioso, parlando di S. Michele Arcangelo ha evidenziato quanto sia importante nell’uomo la presenza di valori per il «primato del bene e della lealtà nei confronti delle istituzioni che tale bene promuovono. Una verità, questa, radicalmente contraria a chi giura su questa immagine nei riti di iniziazione di alcune associazioni criminali». Il vescovo ha poi concluso sostenendo che non bloccherà l’attività religiosa di Polsi «per paura che qui avvengono tali incontri o per protestare contro di essi». Mons. Morosini ha ribadito senza mezzi termini che non impronterà «la condanna del crimine allo stile delle piazze e spesso dei media». Alla festa di San Michele Arcangelo hanno preso parte sindaci, amministratori locali, rappresentanti del mondo istituzionali e della società civile.
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