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«Molestava le ragazze». Così davanti al pubblico pomeridiano dell’ammiraglia della tv di Stato il “curatore fallimentare autonominato” della chiesa della Santissima Trinità a proposito di Don Mimì Sabia. Un’affermazione appena corretta in «attenzioni particolari», in un secondo passaggio dello stesso Enzo Camardo, «ex giornalista» – come si è presentato – che ha detto di riferire quanto sentito con le sue orecchie da diverse signore di Potenza che oggi avrebbero una certa età.
È stato un passaggio scottante della trasmissione che ha sollevato anche il dubbio sui motivi che avrebbero fatto tacere queste signore almeno fino ad oggi.
Una generica risposta è arrivata dall’investigatore privato della famiglia Claps, Marco Gallo, che a proposito della Trinità ha parlato di «una chiesa a sè», quasi un piccolo regno indipendente, e delle conoscenze di Don Mimì tra «personaggi importanti della vita politica nazionale».
In sostanza se il sacerdote avesse avuto bisogno di coperture – parole di Gallo – non avrebbe nemmeno dovuto «scomodare il vescovo».
Dopo la pausa estiva è stato riproposto anche il punto delle indagini: le analisi nel sottotetto sull’apertura tra le assi in corrispondenza del punto dove è stato ritrovato il corpo; le comparazioni sul bottone ritrovato sulla scena; il quesito sull’eventuale utilizzo di agenti chimici per mitigare l’odore di putrefazione; e la datazione del seme ritrovato proprio sul corpo.
Dall’Inghilterra è stato fatto il punto del processo Burnett e dei termini della carcerazione di Danilo Restivo, unico indagato sia per il delitto della sartina di Bournemouth che per quello di Elisa Claps.
Infatti il 19 novembre scade l’ordinanza dei giudici della Regina, ed è proprio entro quella data che ci si aspetta di capire gli elementi a disposizione della polizia del Dorset che dovrebbero essere messi a disposizione delle parti.
Si tratterebbe di tre capitoli di prova ben distinti: uno dedicato all’esposto del legale di Omar Benguit che si dichiara innocente rispetto all’omicidio di una ragazza coreana nel 2002 a pochi passi dall’abitazione inglese di Restivo; uno con i reperti dei casi Claps e Burnett; e un’altro su elementi di un “terzo caso” che non è chiaro se sia quello di Elisa o di nuovo della Burnett.
Scettici i commenti della maggior parte degli esperti intervenuti tra i quali il criminologo Massimo Picozzi che ha paragonato quello di Elisa al processo per l’assassinio di Simonetta Cesaroni, avanzando più di qualche dubbio sull’esito giudiziario di un’indagine per lo più indiziaria.
l.a.
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