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Alla Sata di Melfi parte dal primo turno di questa mattina la cassa integrazione ordinaria di una settimana, fino al due ottobre. Il ricorso agli ammortizzatori sociali – aveva spiegato il management aziendale alla rsu di stabilimento – nasce dalla necessità di “adeguare i livelli di produzione alla domanda di mercato”. Come mostrano i dati relativi agli ultimi mesi, anche le vendite della Punto Evo hanno subito un notevole ridimensionamento.
E, infatti, la Sata ha già annunciato che a fine mese ci sarà una nuova settimana di cigo. Inizialmente quella che partirà domani doveva avere inizio già dallo scorso mercoledì. Poi, il blocco alla produzione subito a causa di un problema di fornitura, ha dettato la necessità di un recupero produttivo.
La cassa integrazione ordinaria, è sempre più chiaro a tutti, potrebbe essere una costante di tutta la fine del 2010. E tra le tute blu di Melfi, che da oggi rimarranno ufficialmente a casa per una settimana fa, crescono i timori rispetto agli scenari futuri per lo stabilimento lucano.
Ieri il segretario dell’Ugl metalmeccanici di Basilicata, Giuseppe Giordano, è tornato a chiedere che Fiat dia indicazioni chiare su quali strategie industriali e di sviluppo intende mettere in campo per consolidare e incrementare la produzione di auto nel territorio lucano. «Il malessere dei lavoratori è evidente – afferma Giordano. Non si tratta di fare polemiche, ma di garantire il presente e il futuro dei lavoratori, circa 10000 soprattutto giovani e donne, che hanno sperimentato sulla propria pelle cosa significa lavoro in Basilicata, cioè un bene prezioso.
Ci aspettiamo dunque un piano industriale concreto e chiaro sugli obiettivi di sviluppo di tutta la produzione, senza dimenticare lo stabilimento di Melfi. L’Ugl – conclude – è allarmata e preoccupata».
Ma la nuova settimana si apre anche con le speranze dei tre operai licenziati dalla Fiat di Melfi: già oggi potrebbe arrivare la decisione del giudice del lavoro di Melfi, Emilio Minio, che lo scorso 9 agosto ha emesso il decreto di reintegro delle tre unità, e che ora è chiamato a esprimersi sulle modalità della sua attuazione, dopo che Fiat si è rifiutata di far tornare i tre lavoratori sulle linee di produzione. Nel caso in cui il giudice dovesse dichiarare la propria non competenza rispetto alla richiesta avanzata dalla Fiat, non rimarrà che attendere la data della prima udienza, fissata al 6 ottobre, della causa civile dopo il ricorso presentato dall’azienda.
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