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Un corteo importante quello di oggi a Reggio Calabria, e il primo tra tutti ad esprimere la propria soddisfazione è il direttore del “Quotidiano della Calabria”, Matteo Cosenza: «Ho sentito dire che siamo almeno in quarantamila, ma non sono in grado di fare una stima esatta. Ritengo però che questa manifestazione sia perfettamente riuscita».
«C’è un pezzo di Calabria – ha aggiunto il direttore Cosenza – che vuole crescere, che vuole riscattarsi, che vuole conquistare serenità, tranquillità e fiducia nel futuro. Una Calabria che ha bisogno di coraggio e forse da questa manifestazione riuscirà ad averlo».
«Quello che è accaduto oggi a Reggio Calabria non va disperso, anche coinvolgendo altre forze. C’è un terreno comune che ci riguarda tutti». Ha proseguito Matteo Cosenza «In piazza c’erano tante facce, c’erano gli opposti, politicamente, sindacalmente, culturalmente, ma nessuno ha perso la sua identità. Ci sono questioni che riguardano tutti sulle quali unità, accordo e consenso sono scontati. Da questa terra passano solo messaggi in negativo. Invertire questo processo è un elemento decisivo per recuperare il rispetto del Paese. Oggi c’è stata la consapevolezza collettiva che si può cambiare. La Calabria, abbandonata a se stessa, non ha futuro. E la Calabria deve cercare in se la forza per cambiare le cose». «Dai messaggi che continuo a ricevere – dice Cosenza – mi rendo conto che c’è qualcosa di nuovo nell’aria. Confindustria ha inviato un messaggio: ‘La nuova Calabria è nata oggì. È un pò eccessivo, ma è il segnale di un clima nuovo. Il segnale forte lanciato da questa manifestazione è che fare rete, mettersi assieme può funzionare. Cosa succede adesso? Credo ci sia necessità che tutti coloro che hanno lavorato a questa iniziativa si rivedano. Nella fase preparatoria c’è stato chi aveva proposto qualcosa di diverso. Libera, per esempio, aveva proposto una giornata di studio su alcune parole chiave. L’idea non è stata scartata ma rinviata e si può riprendere. Questo tesoro potrebbe dare anche qualcosa su obiettivi concreti: ognuno fa la sua parte, ma intanto lo Stato garantisca a forze dell’ordine e magistrati la massima sicurezza e, nello stesso tempo, potenzi l’attività per imporre legalità e giustizia». «Per quanto mi riguarda – conclude Cosenza – seguirò i passi futuri con tutta l’attenzione e la passione possibibili e la speranza che le cose possano cambiare. Il mio impegno come uomo del Mezzogiorno c’è tutto, ma è diverso dal diventare leader di questo fermento. Le risorse per andare avanti ci sono. C’è la possibilità di superare le gelosie, le primogeniture e quant’altro. Non mi nascondo che serve un coordinamento ma non ho questa ambizione. Dal giornale sarò osservatore molto attento e cercherò di dare tutto il contruibuto possibile, ma la cosa deve camminare su altre gambe».
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