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Il magistrato titolare dell’inchiesta, Carlo Villani, ha avuto questa mattina, prima con personale della Digos di Cosenza, e poi con la guardia di finanza di Catanzaro, un incontro operativo per suddividere il lavoro tra le varie forze dell’ordine al fine di fare chiarezza tra le migliaia di carte raccolte nell’inchiesta che la Procura di Catanzaro sta conducendo per fare luce sul presunto pagamento di una tangente di due milioni e 400 mila euro per le linee guida della Regione Calabria per la costruzione di parchi eolici ed approfondire gli aspetti salienti dell’indagine. Nel corso dell’inchiesta, avviata dalla Procura di Paola alcuni anni fa e che riguarda la costruzione di vari parchi eolici in quattro province calabresi tranne quella di Reggio Calabria, sono stati raccolti migliaia di documenti che adesso la Procura di Catanzaro ha deciso di suddividere appalto per appalto per cercare gli elementi che possano confermare la tesi accusatoria.
Secondo quanto si è appreso, la prima fase riguarderà lo studio di tutte le carte, in attesa che alla Procura giungano anche i risultati degli accertamenti già disposti sui flussi di denaro di alcune imprese. Secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, è tramite alcune aziende che potrebbe essere transitato il denaro della tangente che si sospetta sia stata pagata da imprenditori interessati a realizzare parchi eolici per oltre 400 megawatt e che sarebbe poi finito nelle tasche di esponenti politici. L’inchiesta è arrivata a Catanzaro per il presunto coinvolgimento di amministratori regionali della passata Giunta di centrosinistra. Gli inquirenti hanno anche raccolto le dichiarazioni di un testimone che avrebbe svelato presunti favori fatti da esponenti politici ad imprenditori interessati ad entrare nell’affare dell’eolico.
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