1 minuto per la lettura
La popolazione di Acquaformosa (CS) ha simbolicamente occupato la scuola che sorge nel centro del paese, impedendo le lezioni degli alunni. Tutti hanno partecipato ad un’affollata assemblea, alla quale hanno preso parte anche i sindaci dei comuni vicini, il consigliere regionale Carlo Guccione, il parlamentare Franco Laratta e l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Pietro Ruffolo.
«Siamo in carenza di alunni, pur avendo un edificio a norma. Ma quest’anno il Provveditore ha fatto una scelta scriteriata: ha accorpato la prima e la seconda media in un’unica classe, negando il diritto all’istruzione dei nostri bambini», dice Giovanni Manoccio (in foto) il sindaco del piccolo centro arbereshe del Pollino. «E’ un problema didattico, perchè i bambini si ritrovano nella stessa classe ma con programmi diversi, con gli stessi insegnanti che hanno un monte ore che va diviso in più classi. È la negazione del diritto all’istruzione», ha detto ancora Manoccio, applaudito dai nonni, tutti seduti in prima fila, che già una volta salvarono la scuola dalla chiusura, iscrivendosi insieme ai loro nipotini a scuola e facendo quindi raggiungere il numero minimo di iscritti per la sopravvivenza dell’istituto.
«E’ un vero sopruso, che va contro perfino a quanto dice la Legge Gelmini: abbiamo 23 iscritti tra prima e seconda, mentre una pluriclasse non potrebbe avere più di 18 ragazzi», tuona ancora Manoccio, famoso per avere anche «deleghistizzato» il suo comune. Anche se una mano anonima ha cancellato la scritta «paese deleghistizzato» che campeggiava all’ingresso del borgo.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA