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Una serie di perquisizioni sono state disposte dalla Procura di Crotone per stabilire se vi possano essere stati degli interessi della ‘ndrangheta nella costruzione di un parco eolico nella zona di Melissa e Strongoli e se i lavori possano essere in qualche modo collegati all’omicidio di Silvio Russano, di 41 anni, di Strongoli, ucciso il 22 gennaio 2008 a colpi di pistola nella sua azienda agricola. Le perquisizioni, effettuate dai carabinieri del Nucleo patrimonio artistico e del Nucleo ecologico ambientale, hanno riguardato i locali riconducibili a Russano, oltre a quelli di altre persone, attualmente non indagate, e di tre aziende.
Gli interessi della ‘ndrangheta nell’affare dell’eolico sono emersi anche dall’inchiesta condotta dalla Dia di Trapani che ieri ha portato al sequestro di beni per un miliardo e mezzo di euro a Vito Nicastri, di 54 anni, leader nazionale nel settore dell’eolico e conosciuto, nell’ambiente, col nome de «il signore del vento». Nicastri, secondo l’accusa, avrebbe avuto relazioni anche con la ‘ndrangheta.
Per quanto riguarda l’inchiesta di Crotone, è indagato un ingegnere, Giuseppe Putrino, di 36 anni di Crotone, e l’ipotesi di reato nei suoi confronti è di corruzione. Nell’inchiesta erano già indagati i responsabili dell’Ufficio tecnico dei comuni di Melissa, Domenico Antonio Vulcano, e di Strongoli, Leopoldo Greco, entrambi accusati di falsità ideologica in atti pubblici e corruzione per avere certificato che sull’area interessata al parco eolico, realizzato dalla società Edison di Bologna, non c’erano vincoli di natura ambientale e paesaggistica, circostanza che secondo l’accusa è falsa.
Putrino, secondo l’accusa, in qualità di componente la Commissione valutazione di incidenza ambientale istituita alla Regione, avrebbe espresso parere favorevole alla costruzione del parco eolico ricevendo in cambio un incarico retribuito da parte della Edison per la redazione, in qualità di privato professionista, degli elaborati progettuali sulle opere di compensazione di forestazione.
Per quanto riguarda il filone di un eventuale interesse della ‘ndrangheta alla realizzazione del parco, dalle indagini effettuate sino ad ora è emerso che sul cantiere del parco eolico sono stati trovati a lavorare alcuni pregiudicati che, tra l’altro, erano stati segnalati alla ditta Fago di Messina, la società appaltatrice delle opere civili del parco, eolico, da Greco, con una lettera su carta intestata del Comune. Lo stesso Greco, inoltre, aveva anche segnalato tre ditte di fiducia del comune di Strongoli. L’inchiesta punta ora ad accertare quali sia stato il ruolo di queste ditte nell’ esecuzione dei lavori. Per quanto riguarda la figura di Russano, dalle indagini è emerso che l’uomo era uno dei proprietari dei terreni sui quali è stato realizzato il parco eolico e col quale la Edison aveva stipulato il diritto di superficie e di locazione per 29 anni.

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