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di ROSSELLA MONTEMURRO
Più di 35.000 suini provenienti dalla Germania immessi sul mercato nazionale negli ultimi cinque anni e un’evasione fiscale quantificabile in oltre otto milioni di euro.
Sono i numeri dell’operazione condotta dalla tenenza di Policoro della Guardia di finanza che, ieri mattina, ha portato all’arresto di 14 persone.
Si tratta di allevatori, veterinari, mediatori e commercialisti accusati, a vario titolo, di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e al commercio di suini violando le norme sanitarie a tutela dei consumatori.
Degli arrestati, 4 sono detenuti in carcere e 10 sono agli arresti domiciliari, per decisione del gip di Matera, Rosa Bia, che ha emesso le ordinanze su richiesta del pm, Rosanna De Fraia.
In manette sono finiti anche due allevatori di San Giorgio Lucano, Giovanni e Pasquale Corrado, di 39 e 33, mentre sono indagati con l’accusa di aver falsificato documentazione sanitaria, due veterinari in servizio a Potenza e a Bolzano.
I destinatari di ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari sono di Sala Consilina, Francavilla in Sinni, Picerno, Gioia Tauro, Bolzano e della provincia di Cosenza. Due persone sono al momento irreperibili.
Ieri, durante una conferenza stampa, il colonnello Elia Carmelo Pallaria, comandante provinciale delle Fiamme Gialle, il tenente Raffaele Napolitano, comandante della Tenenza di Policoro e il tenente colonnello Francesco Basile hanno illustrato i dettagli dell’operazione.
«Rappresenta l’approfondimento dell’inchiesta sulla tracciabilità dei capi di allevamento iniziato con la dottoressa Rosanna De Fraia, subentrata a Elisa Sabusco, ed è lo sviluppo di un’operazione del 2009 (in quel caso una persona era stata arrestata e 17 denunciate in stato di libertà) sull’importazione di suini dall’estero in collaborazione con allevamenti e imprenditori di diverse province. – ha affermato il colonnello Pallaria – Gli elementi forti in possesso dell’autorità giudiziaria hanno indotto il pm a chiedere ordinanze di custodia cautelare perché c’era l’eventualità di reiterazioni criminose. Durante le perquisizioni, infatti, sono stati rinvenuti documenti che dimostrano che l’attività è continuata anche in questo mese».
L’organizzazione aveva come punto di riferimento due allevatori di San Giorgio Lucano e un commerciante di bestiame di Bolzano e poteva contare – anche attraverso società fantasma – su un falso giro di documenti contabili e di trasporto. Negli ultimi due anni sarebbe avvenuta l’importazione in Italia, da Paesi dell’Unione europea, di oltre 35.000 suini che venivano poi macellati clandestinamente in Calabria e venduti. Il tutto attraverso ditte individuali ed alcune società appositamente costituite ed intestate a “teste di legno”. Ciò ha favorito un’evasione fiscale stimata in circa otto milioni di euro. Gli investigatori, inoltre, hanno accertato che alcuni indagati hanno utilizzato società di comodo, falsificandone i dati di bilancio, per trarre in inganno le banche e ottenere fidejussioni, pur in assenza di garanzie patrimoniali. La ricostruzione del volume delle importazioni è stata possibile grazie ai dati dell’anagrafe tributaria e alle intercettazioni telefoniche. Prezioso è stato l’ausilio del sistema elettronico di scambio dati sull’Iva (Vies, Vat Information Exchange System), un servizio che consente agli operatori commerciali titolari di una partita Iva che effettuano cessioni intracomunitarie, di verificare la validità del numero di identificazione Iva dei loro clienti, attraverso il collegamento con i sistemi fiscali degli Stati membri dell’Unione Europea. Per fortuna, non c’erano rischi per i consumatori: i suini erano stati sottoposti a controlli nei paesi di provenienza.
«Il bestiame viaggiava con documenti che riguardavano ditte inesistenti. – ha precisato il colonnello Pallaria – Giunti a destinazione, passavano una notte in stalla per essere macellati il giorno dopo e rivenduti in nero. Non è stato possibile rintracciare l’imprenditore finale, tutta la documentazione contabile è stata distrutta».
L’operazione è partita da alcuni controlli effettuati su partite Iva: le Fiamme Gialle hanno scoperto i destinatari di ingenti somme non dichiarate.
A breve, hanno assicurato i finanzieri, potranno esserci ulteriori novità.
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