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di SARA LORUSSO
POTENZA – Cantieri e piano strutturale metropolitano sono due grandi temi, «ma soprattutto due grandi punti delle incompiute di questa città la cui amministrazione aggiunge disagi a disagi». Così i consiglieri comunali del Pdl, ieri, in una conferenza stampa a cui ha preso parte anche il deputato Vincenzo Taddei, hanno deciso di fare il punto – annunciando un appuntamento mensile – su quella che ritengono una delle grandi emergenze del capoluogo, la viabilità e le sue infrastrutture. «L’amministrazione ha fatto troppi investimenti per opere pubbliche spesso non necessarie e non sempre bene accette». Se a questo si aggiunge che, come nel caso degli esempi “simbolo” delle accuse, nodo complesso e ospedaliero, «i tempi di realizzazione – ricorda Antonino Imbesi – sono tutt’altro che rispettati», la protesta aumenta.
A stretto giro, però, pure l’amministrazione decide di mettere i puntini. Ed è proprio da quelle due opere che parte il sindaco Santarsiero nella replica a distanza. «L’amministrazione comunale ha avuto il coraggio di proporre e realizzare – dice – in un’Italia dove mediamente il compimento di opere pubbliche di questo tipo in area urbana richiede tempi medi superiori ai 10 anni». Nel capoluogo, ricorda, «abbiamo realizzato e stiamo completando tali opere con una tempistica normale e per il nodo ospedaliero i lavori sono stati consegnati nel giugno 2007 e sono di fatto ultimati. Quattro milioni di euro di lavori realizzati in tre anni che hanno compreso anche i periodi di fermo per cattive condizioni climatiche e per i necessari interventi sui sottoservizi le cui indicazioni dagli enti interessati erano state fornite in maniera estremamente approssimata». Il Pdl cittadino, proprio nei pressi di quei due punti “nevralgici” aveva organizzato in mattinata un volantinaggio «propositivo», hanno spiegato. «Tre anni e non li dimostra», il nodo ospedaliero, come recita lo slogan accompagnato dalle cronistoria dell’opera e dalle cifra della spesa. Un anno in più per il nodo del Gallitello che già «vanta 700 giorni di ritardo». Perché, allora, «invece di continuare a ri-finanziare oper inutili, come il “ponte sul nulla” di via di Giura (l’attraversamento pedonale, ndr), quei capitoli del piano triennale delle opere pubbliche non si riversano sui cantieri più grandi in modo da poterli chiudere in fretta e definitivamente?». Nell’elenco dei punti nevralgici finiscono anche «il ponte di rione Lucania, la bretella di via della Tecnica che produce solo imbuto, e l’attesa tangenziale del capoluogo – ricorda il capogruppo Fernando Picerno – Pensiamo al Piano strutturale metropolitano che latita da troppo tempo. I nostri artigiani si stanno trasferendo tutti nei paesi dell’hinterland». Non si tratta di semplice «attacco politico – aggiunge Francesco Fanelli – ma i disagi creati dai ritardi incidono sulla qualità della vita. Se non riusciamo a risolvere le piccole cose, come, ad esempio, il verde e la pratica sportiva, figuriamoci le possibilità sulle opere complesse». Tutti loro, giurano, «siamo diventati anche un po’ più propositivi – conclude Nicola Becce – eppure nonostante il nostro atteggiamento, il sindaco continua a tenere il comando in modo egocentrico». Le accuse variano pure sull’impiantisca sportiva e sulla gestione delle strutture: «Affidiamo a terzi la gestione degli impianti, ma poi l’amministrazione deve comprare il gesso per tracciare le linee sui campi perché non lo ha specificato nel capitolato d’appalto. Finirà che dovremo chiedere le dimissioni dell’assessore allo Sport».
Tornando al tema “madre” della conferenza convocata, il sindaco proprio non ci sta. La procedura di redazione progettuale e di appalto del nodo complesso (valore dell’opera 28 milioni di euro) «fu effettuata in soli nove mesi fino ad essere indicata come buona prassi dal Sole 24ore». Spiega che sarà ultimato entro il 2011: non è stato semplice, vista anche «la sospensione dei lavori che è durata circa 18 mesi a causa di un importante ritrovamento archeologico che ha comportato non soltanto un intervento a carico del Comune di un milione di euro, ma ha anche richiesto una significativa variante progettuale per la modifica ai viadotti interessati».

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