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La Procura della Repubblica di Cosenza, a pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico, ha deciso di indagare in merito al “troppo” lungo elenco di docenti della provincia di Cosenza, beneficiari della legge 104, la normativa che consente l’assegnazione di incarichi vicini al luogo di residenza per chi è invalido o ha a carico congiunti in situazione di bisogno.
Si pensa infatti che sia stato fatto un uso illecito della normativa allo scopo di ottenere assegnazioni di incarichi. Indagine che potrebbe allargarsi anche ad altre realtà della regione e dell’intero mezzogiorno.
Il ricorso alla normativa, per quanti sono in possesso dei requisiti (situazioni di disabilità proprie o di familiari conviventi bisognosi di assistenza e cure), vuol dire riuscire ad arrivare ai primi posti della graduatoria con la certezza di poter prestare servizio in una sede vicina a casa.
I poliziotti della squadra mobile di Cosenza, su incarico della Procura cosentina, hanno acquisito tutti i documenti relativi alla 104 presenti nell’Ufficio scolastico provinciale. Luigi Troccoli, provveditore agli studi, è stato convocato come persona informata dei fatti, ma solo per acquisire ulteriori elementi dal momento che non ha alcuna responsabilità in materia.
L’attenzione degli inquirenti, mira ad accertare violazioni da parte delle Commissioni mediche locali, organismi ai quali la legge affida il compito di valutare e riconoscere le condizioni di invalidità dei docenti o dei loro familiari. L’indagine è collegata anche ai risultati dell’operazione denominata Ippocrate che lo scorso luglio portò all’esecuzione di provvedimenti cautelari, nell’ambito di un’inchiesta su falsi invalidi civili, emessi nei confronti di medici, funzionari amministrativi e impiegati del distretto di Rende dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

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