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POTENZA – La riforma Gelmini avrà ripercussioni anche sul trasporto scolastico. Le modifiche agli orari scolastici delle scuole superiori decisi dal Ministero dell’Istruzione, infatti, «porteranno gravi disagi, in particolare ai pendolari». Per questo motivo la Provincia di Potenza dal 20 settembre organizzerà «nuovi quadri orari» per gli autobus, cercando «di gestire il problema nell’ottica dei tagli fondi e di un contratto di servizio che prevede una percorrenza massima di 17,5 milioni di chilometri». Lo hanno annunciato, a Potenza, in una confgerenza stampa, il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, e gli assessori provinciali ai trasporti e all’istruzione, Nicola Valluzzi e Rosaria Vicino. Nei mesi scorsi si sono svolti degli incontri con i dirigenti scolastici per organizzare il trasporto pubblico in relazione ai nuovi orari di ingresso e di uscita dagli istituti (diversi a seconda delle strutture, delle sperimentazioni e delle classi). Gli orari di ingresso, per le scuole superiori, saranno identici, alle ore 8.05. A variare sarà l’orario di uscita, dalle ore 12.05 alle 14.05: «A questo si aggiunge un taglio ai trasferimenti statali – ha detto Lacorazza – che quest’anno è stato di circa 1,7 milioni di euro e che l’anno prossimo è previsto intorno ai 4,7 milioni. Questo non ci permette di attingere al bilancio della Provincia per aggiungere nuove corse a quelle previste dal contratto di servizio di nove anni, stipulato dal 2009 con la Cotrab, con 17,5 milioni di chilometri complessivi in tutto il Potentino e circa 4.380 studenti pendolari solo a Potenza». Per questo motivo sarà necessario «rivedere i tempi delle corse degli autobus» ha spiegato Valluzzi: dal 13 al 18 settembre gli orari saranno identici a quelli dell’anno scorso, con variazioni che cominceranno dal 20 settembre. I nuovi orari saranno esposti negli autobus e nelle prossime settimane la Provincia incontrerà i sindaci e i dirigenti scolastici per razionalizzare il servizio «e attutire i disagi – ha concluso Vicino – ma le scelte del ministero rischiano di vanificare i nostri sforzi per una scuola di qualità».
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