3 minuti per la lettura
Richieste di denaro da corrispondere puntualmente, imposizioni di forniture di materiale e “metodi” non proprio ortodossi volti all’assunzione di personale che pur ottenendo un regolare stipendio, in contanti o attraverso bonifico bancario, non prestava attività lavorative. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari, Camillo Falvo, che ha portato in carcere, Mario Mongiardo, 42 anni, elemento di primo piano della cosca Gallace di Guardavalle, con le accuse di estorsione continuata ed aggravata dalle modalità mafiose ai danni della società del settore turismo Iperclub, di Roma e della società di personale Fram groop di Taranto, chedal 2003 è proprietaria di 120 appartamenti a Sant’Andrea dello Ionio e che da alcuni anni gestisce anche il ristorante del complesso turistico. Con lui, Francesco Corapi, 63 anni, e agli arresti domiciliari la moglie di Mongiardo, Cosmina Samà, 43 anni, e la figlia Marianna, 18 anni.
Con l’accusa di favoreggiamento personale, perché “beccato” proprio mentre stava segnalando a Mongiardo e Corapi il rischio dell’arresto, è stato fermato Sergio Mastroianni, 49 anni, guardia giurata in servizio al villaggio turistico nel soveratese. Con loro, dodici persone indagate per concorso in estorsione. Gli inquirenti l’hanno battezzata “Free village”, ovvero “Villaggio libero” a voler sottolineare l’avvenuta liberazione della struttura dall’oppressione della criminilità.
I particolari
«Digli di andare via dal villaggio perchè già una volta è stato graziato e deve smettere di controllare la fornitura dei prodotti altrimenti per lui finirà male». È stata questa frase a spingere i dirigenti della società Iperclub di Roma a trasferire, dalla sera alla mattina, un direttore del villaggio turistico «Santandrea», a Sant’Andrea sullo Ionio, sulla costa ionica catanzarese, «reo» di voler controllare le forniture di frutta e verdura imposte da un estortore. Il particolare emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dei confronti delle cinque cinque persone arrestate ieri dalla squadra mobile di Catanzaro per estorsione nei confronti della Iperclub, che gestisce parte della struttura. A pronunciare la frase incriminata, secondo l’accusa, è stato Francesco Corapi che per gli investigatori, operava di concerto con Mongiardi.
Corapi aveva imposto la fornitura di frutta e verdura, ma non tollerava che venissero fatti controlli. Quando il direttore del villaggio, Daniele Santo, ha preteso di verificare la corrispondenza tra la quantità e la qualità della merce consegnata con quanto fatturato, Corapi si è rivolto ad un altro dipendente riferendogli il messaggio minatorio.
A dirlo è stato lo stesso dipendente, sentito dagli investigatori nel corso delle indagini. «Corapi – ha riferito il dipendente – ha aggiunto che Santo doveva andare via e che fino ad ora non gli era successo nulla e lo avevano graziato solo perchè si trovava all’interno della struttura anche per la moglie e la famiglia. Dava anche parziali motivazioni sul perchè dovesse lasciare immediatamente il villaggio e tra queste faceva riferimento al fatto che Santo controllava troppo il suo lavoro ed in particolare l’entrata e l’uscita dal magazzino delle merci che lo stesso Corapi ci forniva. Mi sono particolarmente preoccupato davanti alle esternazioni di Corapi che appariva molto arrabbiato ed ho avvisato immediatamente Daniele Santo che vista la situazione di allarme è stato dirottato dalla società presso la struttura di Mascari (Catania)». Un trasferimento deciso ed attuato in meno di un giorno.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA