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di LUCIA SERINOPOTENZA – «Stronzo, ciuoto, cornuto»: così la maestra si rivolgeva ai suoi alunni. Tutti in fila , in piedi, vicino alla parete: schiaffi, parolacce e libri in testa. E faccia al muro. Una maestra cattiva.
Iolanda Falciano, 60 anni, signora prossima alla pensione, docente di matematica della scuola elementare Sinisgalli di Potenza, è stata sospesa dal gip Piccinini per due mesi. E’ stata brava innanzitutto la dirigente scolastica, Giovanna Gallo, che aveva già assunto provvedimenti. Troppi “no Falciano” scritti dai genitori sui fogli di iscrizione in prima elementare.
Perché nessuno voleva mandare i propri figli nella classe di quella maestra? Troppi borbottii, voci. Poi ha ricostruito, quando a lei si sono rivolti i genitori di tre bambini raccontando cose sconcertanti: era dunque per questo che gli alunni di quella classe non erano mai sereni? Avrà significato qualcosa l’odore di alcol avvertito durante i consigli scolastici?
«C’è qualcuno di voi che ha bevuto?», aveva chiesto a un certo punto la dirigente in una riunione con tutti i docenti. Si era offesa e si era allontanata dalla sala del consiglio proprio lei, la maestra cattiva.
La dirigente ha così chiesto una visita ispettiva. E’ venuto fuori che la signora Falciano aveva anche dei precedenti analoghi. E dalla scuola è partito il primo provvedimento di sospensione. Poi l’inchiesta della polizia aiutata dagli psicologi del tribunale per i minori. La storia di un incubo. Schiaffi dati a una bambina perchè non riusciva a trovare la pagina di un libro. Percosse sull’orecchio di un’altra bambina, proprio quello già dolorante per un’otite. Un male terribile. Violenze quotidiane proprio da lei che doveva accogliere quei piccolini arrivati dall’asilo in prima elementare. Schiaffi, insulti, punizioni, parole e mani come pietre che i ragazzini accettavano in silenzio.
Nei banchi per la prima volta, costretti ad apprendere la paura prima dell’alfabeto. Qualcuno incassava di più, qualche altro, frastornato, disorientatato, ma soprattutto maltrattatto e sofferente, ha iniziato a dire qualcosa a casa, a mamma e papà. Situazione difficilissima, caso complicato come sempre quando ci sono di mezzo bambini e la loro personalità tanto autentica quanto, spesso, altrettanto mistificatrice. Ma la poliziotta alla quale si sono rivolti genitori e dirigente scolastico, la dottoressa Strappato, ha avuto la sensibilità e la competenza giuste per capire che i bambini non stavano mentendo. Aiutata dagli psicologi del tribunale per i minori. Quelle mani così grandi disegnate dai bambini erano più eloquenti di una confessione. Mani grandi di una maestra terribile, l’incubo di una scuola dove non volevano più andare. E quella scritta sotto il disegno di un altro bambino: maestra la smetti di fare la monellina? E la confessione fatta da un altro bimbo alla sua pediatra accompagnata da una raccomandazione: dottoressa, silenzio, mi raccomando, è un segreto tra me e la maestra.
Sudavano, stavano male, dormivano inquieti, segni chiari di un disagio che non poteva essere solo la novità della scuola appena iniziata. E poi i segni della mani, schiaffi e spintoni. E le mortificazioni, l’offesa alla loro ingenuità e l’isteria per la loro vivacità. Un’innocenza da colpire, forse ricordo di quella persa, collera per la vita e rabbia gratuita verso chi la esprimeva, bambini di sei anni. Il fatto è dello scorso anno scolastico. Qualche ragazzino ha cambiato scuola, altri sono rimasti perchè lei non c’è più.
La Falciano si è difesa: esagerazioni, ha detto, bugie dei bambini. Bugiardi i bambini? – ha ragionato il pm Luigi Spina – e perché solo nei suoi confronti? Eppure, rispetto alla denuncia di alcuni genitori, c’è la sottoscrizione di altri che per la maestra Falciano metterebbero la mano sul fuoco.
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