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La Procura di Vibo Valentia cerca la verità sulla morte di Eleonora Tripodi, la donna di 33 anni morta venerdì scorso mentre veniva trasferita d’urgenza nell’ospedale di Lamezia Terme a causa di un’imponente emorragia che l’aveva colpita dopo essere stata sottoposta a parto cesareo nella clinica Villa dei Gerani. E per trovarla quella verità il pm Fabrizio Garofalo, titolare delle inchieste su altri casi di malasanità accaduti in passato a Vibo Valentia, primi tra tutti quelli riguardanti due ragazze di 16 anni, Federica Monteleone ed Eva Ruscio, ha inviato un’informazione di garanzia al ginecologo di Eleonora Tripodi, Domenico Princi. È stato lui ad operare Eleonora Tripodi e che, constatata la situazione di emergenza che si era determinata, malgrado la figlia data alla luce dalla donna non presentasse alcun problema, ne ha disposto il trasferimento in un reparto di rianimazione. Il sospetto è che sia atteso troppo per effettuare l’ intervento di parto cesareo su Eleonora Tripodi, che da tempo accusava dolori e sofferenze. Più volte la donna era andata a Villa dei Gerani, dove erano nati, sempre con parto cesareo, gli altri due suoi figli, ma le avevano detto che era tutto a posto e che bisognava aspettare. Intanto i dolori per lei aumentavano e la situazione si faceva sempre più complicata. È proprio contro Princi che si rivolgono le accuse di Vincenzina Loiacono, madre di Eleonora Tripodi. La donna sostiene che Princi le rispondeva dicendo che era troppo apprensiva quando lei le diceva di essere preoccupata. «E le mie insistenze – dice Vincenzina Loiacono – cadevano puntualmente nel vuoto. Se i medici mi avessero ascoltato oggi mia figlia, forse, sarebbe ancora viva». Princi, così come aveva fatto ieri, continua a sostenere, invece, che per Eleonora è stato fatto tutto il possibile e che nell’assistenza alla donna non c’è stata alcuna negligenza. Il meccanismo dell’inchiesta giudiziaria sulla morte di Eleonora Tripodi, intanto, si è messo in moto. Dopo l’informazione di garanzia a Princi, domani il pm Garofalo affiderà l’incarico ai due periti d’ufficio che dovranno eseguire l’autopsia sul corpo della donna, che sarà fatta domani nell’ospedale di Lamezia Terme. Intanto anche il marito di Eleonora Tripodi, Mario Mazzitelli, che fa il cuoco in un albergo del Vibonese, reclama a gran voce la verità su quanto è accaduto. «Vogliamo verità e giustizia – ha detto Mazzitelli – ed è il minimo, mi sembra, che possiamo fare. Il nostro sospetto è che i medici abbiano aspettato troppo prima di fare partorire mia moglie. Le sue condizioni, forse, imponevano un anticipo. L’abbiamo fatto presente ai medici, ma non ci sono state fornite risposte adeguate». I familiari della donna hanno nominato un loro perito che assisterà all’autopsia.
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