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di MARIANGELA LISANTI
IERI MATTINA l’onorevole Elisabetta Zamparutti, Sergio D’Elia segretario dell’associazione ” Nessuno Tocchi Caino” e Maurizio Bolognetti della Direzione nazionale dei Radicali Italiani hanno visitato il carcere di Matera, riscontrando carenze nei servizi sanitari ed evidenziando la necessità di creare misure alternative alla pena detentiva, legate alle decisioni del Tribunale di Sorveglianza. “E’ una situazione relativamente buona – ha detto l’onorevole Zamparutti – quella del carcere di Matera con la presenza di 91 detenuti, ma vi sono problemi a livello sanitario per l’assenza di specialisti; questo comporta il trasferimento del detenuto in ospedale che comporta costi non indifferenti. Ad occuparsi dei servizi sanitari non è più il Ministero, ma le aziende sanitarie regionali; pertanto, io mi rivolgo al presidente della Regione, affinché si occupi di questa situazione. In più è necessario nominare, con una legge ad hoc, un garante dei detenuti che in Basilicata ancora manca”. Su 91 reclusi , così come ci ha spiegato Maurizio Bolognetti, 10 hanno patologie sanitarie, 15 sono tossicodipendenti ( sei dei quali assumono metadone) e sette hanno l’Epatite C.
«Dai dati raccolti – ha detto Bolognetti – risulta che non vi è un sovraffollamento, in quanto il numero dei detenuti è al di sotto della capienza, ma vi una carenza di agenti penitenziari; inoltre, solo pochi detenuti possono lavorare. Chiedo, però, che si faccia chiarezza sul progetto, stabilito da tempo, di realizzare uno spazio sanitario protetto presso l’Ospedale di Matera, per il quale ci sarebbero risorse da investire di 500.000 euro. Inoltre, mi ha colpito molto il caso di un detenuto, che deve scontare 20 anni di pena, a cui è stata negata l’autorizzazione a prendere parte al funerale di una nipote; per questo si è auto lesionato, procurandosi una brutta ferita”. Sergio D’Elia si è soffermato, invece, sui tagli (40 per cento) subiti dalla Basilicata sui servizi sociali e penitenziari per quanto riguarda il problema del Tribunale di Sorveglianza, e su l’assenza di opportunità lavorative o di reinserimento a fine pena o della presenza di detenuti che devono scontare, come è accaduto ad un imprenditore, due mesi di pena residua. ” Le misure alternative alla pena – ha detto D’ Elia – porterebbero ad una maggiore tranquillità sulla sicurezza della comunità e favorirebbero il reinserimento sociale e lavorativo delle persone”. La delegazione dei Radicali, che ieri pomeriggio ha visitato anche il carcere di Melfi, ha incontrato in mattinata i detenuti, il direttore facente funzione Giuseppe Altomare, e il segretario regionale della Uil Penitenziari Giovanni Grippo, che ha denunciato i problemi degli organici, destinati ad aggravarsi nel mese di ottobre con l’apertura di una nuova ala del carcere che porterà il numero dei detenuti da 90 a 170.
“I detenuti aumenteranno – ha detto Grippo – e a sorvegliarli ci saranno soltanto 100 agenti, sei dei quali andranno in pensione entro la fine dell’anno”.

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