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di ANTONIO GENTILE*
Caro Direttore, partendo da un editoriale pubblicato sul Tuo giornale sono giunto all’idea di dover presentare una proposta di legge in favore degli adolescenti. Una proposta che sarà presentata a settembre e che costerà 10 milioni di euro annui alla collettività: non credo siano troppi a fronte dei servizi che garantirebbe. La proposta prevederebbe un crisis center dedicato agli adolescenti in ogni capoluogo di provincia.
Per la prima volta la classe politica si preoccuperebbe di investire sulle giovani generazioni, supportandole e sostenendole in un’età critica. Un’età nella quale non di rado accade che per una delusione amorosa si tenti una sciocchezza o che ci si torturi volontariamente (il cosìdetto emo) o che si cada vittima dell’anoressia. Oppure ancora che si arrivi (il 20%) ad alzare le mani ai genitori, a bere tre-quattro volte a settimana, a finire nella rete delle mafie. Per fare questo ci vuole che i servizi si riorganizzino e si rafforzino.
Anche nel campo della psicologia c’è un problema atavico: la famigerata legge 56/89 consentì a gente (con tutto il rispetto) laureata in lettere o sociologia (o nemmeno laureata) di esercitare la professione: bisognava in pratica salvare il rande Cesare Musatti. Oggi il discorso è diverso ma i giovani hanno bisogno di psicoterapeuti specializzati che siano lo specchio del loro star male: per trasformare una crisi in un’opportunità.
*Senatore Pdl
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