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di ANTONELLA CIERVO
PROFESSIONISTI.
E’ questo il punto fermo da cui partono gli investigatori a poche ore dal furto nel caveau dell’Ipermercato Coop di borgo Venusio.
Gli uomini della Squadra Mobile, diretti da Nicola Fucarino e coordinati dal pm Valeria Farina Valaori, non trascurano alcuna ipotesi anche se la più accreditata sembra condurre all’Anonima dell’Audi A6.
Tecnica e modalità dell’azione indicano chiaramente che nulla è stato lasciato al caso.
A cominciare dai mezzi usati: due auto (una delle quali è probabilmente il bolide della casa tedesca che raggiunge i 100 km orari in 5 secondi con una potenza di 470 cavalli e che è stato rubato alcuni mesi fa a Nardò, nel leccese), un camion per trasportare un’ escavatrice e un altro mezzo per trasportare la grossa punta che ha scardinato una delle due casseforti custodite negli uffici dell’Ipercoop.
Probabilmente otto, al massimo 10 gli uomini che hanno agito; un vero e proprio commando con precisi compiti assegnati ad ognuno e tempi ben precisi, a giudicare dalle operazioni “di contorno” effettuate per facilitare il furto: la zona sterrata usata per far giungere i mezzi era stata infatti dissodata dai cingoli dell’escavatrice e resa adatta ad essere percorsa dalle auto e dal fuoristrada, il passaggio a livello che collega la strada intorno all’ipermercato con le aree interpoderali, bloccato da entrambe le parti con lucchetti con la barra di peso fermata con alcuni mattoni. Infine l’isolamento della zona: per garantire la tranquillità dell’operazione, tutto il percorso era stato disseminato di bande chiodate, strisce in acciaio ricoperte di chiodi, identiche all’asfalto e dunque impossibili da evitare.
E’ lì che si sono fermate le auto delle forze dell’ordine al loro arrivo sul posto, prima di riuscire a proseguire dopo aver bonificato la zona.
Il risultato è uno squarcio nella parete dell’edificio che ospita il centro commerciale e l’asporto esterno della cassaforte che subito dopo è stata aperta, svuotata dell’intero contenuto che si aggira tra i 150 e i 200 mila euro e lasciata vicino alle macerie.
Il sistema di deposito delle somme raccolte ogni giorno dalle casse interne è gestito da un sistema pneumatico.
L‘altra cassaforte, infatti, comincia a riempirsi in un secondo tempo, una volta completata la prima. Un meccanismo che ha rallentato le operazioni di verifica del danno e ha fatto sì che ad essere svuotata fosse solo una delle due.
Sullo stile di chi ha agito il dirigente della Mobile, Nicola Fucarino, non ha dubbi: «Conoscono il fatto loro e lo dimostrano le misure che hanno garantito la tranquillità di movimento ed azione, in qualsiasi fase».
Chiari, ormai, i particolari principali del furto: sono le 3,30 della notte tra domenica e lunedì, quando il gruppo raggiunge l’obiettivo: l’ipermercato Coop alle porte di borgo Venusio.
Un camion trasporta l’escavatrice che è stata occultata in un deposito lontano da occhi indiscreti.
L’autoarticolato va via e lascia spazio alle auto in cui si trovano gli uomini pronti ad agire mentre un altro camion porta la punta per l’escavatrice (che verrà utilizzata per estrarre la cassaforte dopo aver sfondato la parete,ndr).
L’operazione, in tutto dura non più di due ore, nel corso delle quali il commando viene visto da un testimone grazie al quale gli investigatori sono riusciti a ricostruire parte della dinamica.
Prudenza e bocche cucite su eventuali coincidenze con altre azioni anche se in Puglia, ma anche nel Metapontino la tecnica usata la notte scorsa è molto simile.
E’ accaduto anche nel dicembre 2009 quando a Barletta, nelle adiacenze del deposito del Monopolio di Stato, una decina di uomini aveva tentato di rubare due bancali di sigarette ma era stata disturbata dall’arrivo di una Gazzella del Nucleo Radiomobile.
Più recentemente, il 19 luglio scorso, al centro commerciale Heracela di Policoro, i ladri con una tecnica molto simile avevano preso di mira il supermercato Interspar e il negozio Oviesse, rubando dalla cassaforte circa 200 mila euro.
Anche in quel caso l’utilizzo di un mezzo cingolato si era rivelato fondamentale per la riuscita del furto, consentendo di sfondare la parete del caveau e di impossessarsi del denaro contenuto.
Coincidenze, appunto, che però non possono passare inosservate, se unite alla frequente presenza dell’Audi nelle strade di Matera negli ultimi mesi, come segnalano le telecamere di controllo agli ingressi della città e quelle di controllo delle targhe, che sono attualmente al vaglio degli investigatori.
Il colpo all’Ipercoop era stato studiato in tutti i particolari con numerosi sopralluoghi che hanno consentito anche la fuga indisturbata da zone interne che sbucano nell’area murgiana pugliese e che il gruppo di ladri ha percorso senza essere disturbato.
Pochi minuti prima che gli uomini entrassero in azione, l’auto della vigilanza incaricata ogni sera di controllare le aree esterne, aveva terminato il suo giro di perlustrazione senza notare alcun elemento che potesse far sorgere sospetti.
Un particolare da non sottovalutare che potrebbe indicare un metodo, quello dei ladri, che evita contatti con personale di sorveglianza e quindi il pericolo di conflitti a fuoco.
Sembra, insomma, che la parola d’ordine sia: rubare e scomparire nel nulla.
Un principio che, finora, sembra aver funzionato alla perfezione ma che potrebbe essere smentito al prossimo colpo.
Perchè l’errore può sempre essere dietro l’angolo come sperano gli investigatori che si augurano di poter finalmente parcheggiare all’interno della Questura di Matera l’Audi A6.
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