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di ANTONIO GENTILE*
L’adolescenza è un’età difficile, forse la più difficile tra quelle di transizione. Un concetto reso ancora più forte dai mutamenti avvenuti nella società complessa della globalizzazione che ha creato aspettative consumistiche e generato atteggiamenti di autoritarismo indisponente e impensabili . Si inizia dalla pubertà e si prosegue lungo un cammino fatto di incertezze, giacchè non esiste la sicurezza del posto pubblico che esisteva sino ad alcuni decenni fa . I dati e le statistiche italiane sono terribili e prossimamente divulgheremo quelli effettuati da un centro di terapia strategica nazionale : in pratica due adolescenti su dieci alzano le mani ai genitori e, per alcune fasce di età, 6 su 10 consumano abitualmente alcool. Persiste il grave problema delle droghe (non esistono leggere o pesanti ). Insomma, è una società che non investe sull’adolescenza e non ne capisce il disagio. In una bellissima pubblicazione apparsa due anni fa, Gustavo Pietropaolli Charmet, analizzava il risultato del crisis center aperto a Milano, rivolto agli adolescenti che avevano tentato il suicidio. Oltre 400 ragazzi, tutti immuni da gravi patologie psichiatriche, trattati con successo per un’iniziativa privata e filantropica che, in calabria, è ripetibile istituzionalmente . C’è un altro nemico pericoloso per i nostri ragazzi , una piovra tentacolare e stringente che fa leva spesso non solo sul disagio economico ma anche su quello familiare e sulle fluttuazioni d’animo dell’adolescenza: si chiama ‘ndrangheta. Per contrastarne gli effetti e prevenire le possibilità che essa si nutra voracemente di altri adolescenti ( cosi come accade nel napoletano ) e per comprendere in ogni caso il dolore e la necessità di crescita dei ragazzi , i loro disagi, le opportunità di sviluppo armonico della personalità, io propongo al mio amico Peppe Scopelliti un crisis center da istituire in ogni capoluogo. Il personale può essere già individuato in quello presente in esubero in alcuni consultori . Questo vale per gli psicoterapeuti e anche per il personale amministrativo e infermieristico. Il nemico da sconfiggere è il narcisismo , preludio del nichilismo con il quale molti giovani convivono, quasi come se non ci fossero più ambizioni o obiettivi da raggiungere. Io credo in questa idea, perché attribuisco all’adolescenza una fisiologia quasi patologica nelle modalità di espressione e di emancipazione che non sempre rientra nell’alveo della integrazione nelle comunità. E perché so quanti bravi ragazzi, a 15, 16, 17 anni ( oggi forse anche prima ) si sono persi nel mare sporco della criminalità, abbindolati da gente senza alcuno scrupolo, arruolati come soldati in una guerra di cui ancora oggi piangiamo i morti.

*vice coordinatore regionale
vicario Pdl- Calabria

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