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Un ordine del giorno che «impegna il Presidente e la Giunta regionale ad esprimere con forza una posizione di contrarietà alla riattivazione della centrale del Mercure, impianto costruito a metà degli anni ’60 ed ormai completamente inattivo da oltre 12 anni» è stato presentato dal consigliere regionale della Federazione della Sinistra, Ferdinando Aiello (in foto) che ne ha chiesto la trattazione urgente in aula.
Nel ricordare che «l’impianto, situato nel territorio di Laino Borgo (Cosenza) all’interno del perimetro del Parco nazionale del Pollino, dovrebbe utilizzare come combustibile le biomasse per una potenza elettrica dichiarata di 41 MW/e (35 MW/e netti), ovvero, tra le centrali a biomasse più grandi d’Italia e che, a seguito di una lunga ed altalenante fase istruttoria di quasi 10 anni, non è stato ancora definito il procedimento autorizzativo», Aiello ribadisce «la necessità di valutare adeguatamente la proposizione di nuovi impattanti impianti di energia sul territorio regionale».
«Bisogna tenere in considerazione prioritariamente i fabbisogni energetici della regione – sottolinea Aiello – nonchè l’utilizzo esclusivamente di fonti rinnovabili che siano compatibili con gli impegni assunti dal protocollo di Kyoto e non arrechino danni al patrimonio agricolo, naturalistico e forestale calabrese. È fondamentale adottare misure a tutela della salute, dello sviluppo economico ed occupazionale delle popolazioni della valle del Mercure, dell’ambiente e delle specie protette del Parco del Pollino che riceverebbero, dall’entrata in esercizio della Centrale del Mercure, gravissimo danno. Altrettanto inderogabile è la necessità di predisporre ulteriori iniziative per impedire che l’attività avviata da parte del Dipartimento regionale delle Attività produttive, ed in particolare i pareri degli enti e amministrazioni interessate, venga effettuata senza rispettare fatti, diritti e interessi delle popolazioni della Valle del Mercure».
«Pertanto – conclude Aiello – va bloccato definitivamente il progetto dell’Enel di riattivazione della centrale del Mercure, anche per non incorrere in altri provvedimenti sanzionatori da parte della Comunità europea e per impedire che si concretizzino gravi infrazioni alla normativa nazionale e a quella comunitaria, che sanciscono l’impossibilità che un’opera come quella della riattivazione della centrale del Mercure possa essere realizzata in un’area soggetta a doppio vincolo ambientale, determinato dalla sua insistenza all’interno, contemporaneamente, del Parco nazionale del Pollino e della zona di protezione speciale Pollino e Orsomarso».
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