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di Piero Quarto
«UNA SQUADRA alta, di personalità, non costituita di ripieghi ma di scelte valide che potranno fare il proprio dovere in questo campionato e il cui naturale ed eventuale completamento starebbe nell’acquisto di Francesco Longobardi».
E’ questa la sintesi del pensiero di Ciccio Ponticiello ad una settimana dal via della nuova stagione della Bawer Matera, concluso il mercato e definiti obiettivi e rinunce, errori e colpi messi a segno, Ponticiello può fare un bilancio del lavoro svolto e del nuovo Matera che sta per nascere convinto che ci «sono i presupposti per fare bene» e anche pronto ad un eventuale ed ulteriore arrivo (ma in questo caso la parola ultima toccherà alla società ed alle questioni di budget in sospeso) che potrebbe essere rappresentato dalla conferma di Francesco Longobardi. Un’idea che dovrà superare una complicata trattativa tra giocatore e società ma che riceve comunque il pieno gradimento dell’allenatore che parla espressamente di “prima scelta”.
Che Bawer è venuta fuori da questo mercato?
«Abbiamo fatto bene nella fase di costruzione della squadra, scegliendo giocatori che hanno una complementarietà di ruoli e che possono giocare in più posizioni sul campo. Siamo in grado di coprire tutto il campo e di rispondere alle esigenze che si dovessero presentare.
E’ chiaro che l’allestimento dell’organico è solo la prima fase di un lavoro che entrerà nel vivo dal 9 agosto con l’inizio della preparazione».
Proviamo a fare gli avvocati del diavolo: questa squadra manca forse di quelle personalità e di quei trascinatori che sono in grado di fare la differenza. E’ d’accordo?
«Questa non è una squadra di soldatini, ci sono importanti personalità. Giocatori come Lagioia che è una delle chiavi nel monitoraggio del materiale tecnico a disposizione, Vico è tra i primi play nel suo ruolo in questo campionato. Ci sono poi chiari segni della volontà di investire sui giovani. Una squadra si giudica in termini di quello che può fare in campo e non in termini di figurine panini, non credo sia giusto e non va assolutamente sottovalutata la forza di questa squadra che è il frutto di un intelligente lavoro svolto in condizioni non facili».
Resta il fatto che Matera aveva indicato sul mercato una serie di priorità da Cantone a Valentini, da Candido a Rotondo e non è riuscito a chiudere nessuna di queste trattative. Come mai?
«Noi abbiamo fatto un’operazione consapevole cioè quella di cercare giocatori importanti ma attraverso interventi mirati ed atleti che avessero precise caratteristiche tecniche. Abbiamo cercato delle prime scelte ma non giocatori di nome ma giocatori forti ora e giovani. Finora non c’era quest’abitudine a portare questi giocatori che sono prime scelte per ogni organico, noi abbiamo pagato la mancata abitudine a fare questo tipo di scelte. Ma ci sono atleti di grande interesse e prospettiva, Martone ad esempio è un prospetto molto interessante che solo un infortunio poco più di un anno fa non ha già proiettato ad altissimo livello. Siamo riusciti insomma ad individuare degli apripista che in futuro saranno primissime scelte».
Dunque che squadra è venuta fuori?
«Una squadra che induce ad un giustificato ottimismo, Vico, Lagioia, Martone non possono essere certo considerati dei ripieghi ma delle prime scelte. Matera punta su giocatori giovani e crede nell’esplosione di alcuni di questi».
Ma sul mercato qualcosa non ha funzionato?
«Il lavoro svolto in condizioni non semplici è stato ottimo, purtroppo il mondo degli agenti è alquanto competitivo ed a volte non basta lavorare bene per riuscire a centrare tutti gli obiettivi di partenza».
Eppure intorno a questa squadra e a questo mercato c’è un clima di moderato scetticismo?
«Non lo so e non lo capisco perché noi abbiamo puntato su giocatori come Vico che è stato cercato da tanti e non è stato certo sopravvalutato, ci sono scelte fatte di giocatori giovani che vanno in una direzione chiara. Se poi lo scetticismo è motivato dall’assenza di giocatori che fanno clamore e non squadra ed allora può essere giustificato anche lo scetticismo. Ma qui manca tutto tranne che la qualità».
Forse la formula del campionato e le tante retrocessioni rendono comprensibile prudenza e qualche scetticismo?
«Questa è un’incognita che vale per tutti, perché c’è una formula che manda in B chi arriva anche solo undicesimo cioè come noi l’anno scorso, giunti a quattro punti dalla zona play off.
Dieci anni fa ricordo che Scafati fu promosso in Legadue partendo dal settimo posto, quest’anno rischierebbe la retrocessione. Certo noi sappiamo di dover stare attenti affinché tutto funzioni nel migliore dei modi».
Torniamo al nocciolo del problema: questa squadra ha i leader che servono per trascinarla e sorreggerla?
«In una squadra non c’è mai un solo leader ma ce ne sono sempre molti. C’è un leader tecnico, uno emozionale, uno silenzioso e noi li abbiamo. Abbiamo Lagioia che può essere certamente un leader realizzativo, Vico che può esserlo nella gestione e Lovatti che con la sua gioventù può diventare come altri ragazzi un leader emozionale. I leader sono utili ed aiutano l’allenatore, non sono certo un elemento conflittuale con il tecnico. Io cercherò di utilizzare e sfruttare al meglio le qualità di ognuno di questi giocatori».
Quali sono stati i principi, le caratteristiche che hanno guidato alla costruzione di questa squadra?
«C’è un elemento fisico che mi pare alquanto evidente e spiega le nostre caratteristiche da Martone e Grappasonni fino a Gilardi non c’è un giocatore al di sotto del 1,90 di altezza.
I centimetri dunque ci caratterizzeranno e avremo la capacità di poter andare dentro o giocare sull’esterno essendo una squadra che ha una copertura ed una presa del campo totale. Questa è una scelta che contraddistingue il nostro mercato e tutti i giocatori che abbiamo cercato».
Il mercato in questo momento è chiuso?
«Al momento credo di sì, starà poi alla società eventualmente prendere delle altre decisioni».
Ma un quarto lungo non dispiacerebbe?
«Ci potrebbe essere spazio per questa soluzione e devo dire che nella struttura di questa squadra e per amplificarne il potenziale la soluzione ideale è rappresentato da un giocatore come Longobardi che funzionerebbe da stimolo e da sostegno e rafforzerebbe gli equilibri. Ma questa è solo una valutazione tecnica, gli aspetti più complessivi e le decisioni spettano alla società».
Comunque Longobardi sarebbe una prima scelta in caso ce ne fossero le condizioni?
«Per quanto mi riguarda è il giocatore ideale per completare questa squadra, ma ripeto che i nodi da sciogliere e le decisioni da prendere spetteranno alla società e alle sue valutazioni. Per ora io sono contento della squadra che ho e del lavoro che è stato fatto».
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