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«La ‘ndrangheta rappresenta un problema trasversale a tutto il Paese e che interessa particolarmente il nord d’Italia, Milano, la capitale finanziaria, sebbene al sud rimangano le cabine di regia». Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, parlando a Isola Capo Rizzuto, a circa 200 giovani del Movimento dei focolarini che stanno tenendo il loro campo estivo sulle terre confiscate al clan degli Arena. «La ‘ndrangheta – ha aggiunto don Ciotti – ha cambiato fisionomia e oggi indossa il colletto bianco, fa affari e gioca in borsa. E’, però, la più pericolosa di tutte le organizzazioni criminali sebbene sia poco conosciuta rispetto alla mafia siciliana ed è anche la più impenetrabile, la più forte e la più internazionalizzata». Per il sacerdote «il problema principale sono le connivenze e le collusioni in ambito politico ed economico perchè il pesce è importante ma lo è ancora di più il bacino d’acqua all’interno del quale si alimenta». Don Ciotti, che si è sottoposto alle domande dei giovani partecipanti al campo facendo anche riferimento alla sua storia personale, ha parlato della situazione di Isola Capo Rizzuto, realtà ad alta densità mafiosa. «Questa – ha detto – è una terra bellissima e quando si viene si impara e si va via arricchiti anche se è vero che lavorare qui significa scontrarsi con mille ostacoli. Troppo spesso, infatti, si tende a semplificare e ad assegnare etichette compiendo il peccato della conoscenza, giudicare senza conoscere».
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