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Una banda di spacciatori attiva a Cosenza e nei comuni vicini è stata sgominata dalla guardia di finanza che stamani ha arrestato sei persone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale su richiesta della Dda di Catanzaro. Le accuse nei confronti dei sei riguardano l’acquisto finalizzato alla vendita di cocaina, eroina, hashish e marijuana. L’operazione, condotta dal Nucleo di polizia tributaria di Cosenza, è stata denominata Postpat. La droga, arrivava dalle piazze reggina, campana ed emiliana, e veniva spacciata a Cosenza. L’acquisto di cocaina, eroina, hashish e marijuana veniva fatto da emissari ben addestrati ed il pagamento avveniva con denaro contante prelevato all’atto della consegna della merce con carte postepay sulle quali, nel frattempo, erano stati disposti i necessari accreditamenti.
Le indagini, portate avanti anche con numerosi servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di circoscrivere e documentare il business messo in piedi dagli indagati, particolarmente attivi, secondo l’accusa, a soddisfare le continue richieste di numerosi ed esigenti utilizzatori. L’operazione portata a termine è stata coordinata dal procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli e dal pm Raffaela Sforza.
In carcere sono finiti Fioravante Bruzzese, 45 anni, Pietro Vigile, 48, Benito Danilo Magnelli, 27, Vincenzo De Rose, 26, Francesco, 33, e Gabriele Pati, 40 anni. Tranne Vigile (che è originario di Villa San Giovanni, Rc) sono tutti cosentini. Per loro l’accusa è associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il pm della Dda Raffaella Sforza aveva anche chiesto l’arresto di altre otto persone, che a questo punto restano indagate a piede libero.
Soffermandosi sul ruolo dei sei arrestati il colonnello Luigi Smurra ha detto che ci troviamo di fronte ad un gruppo di «agguerriti criminali. Il mercato dello spaccio su Cosenza – ha aggiunto – è particolarmente fiorente. La richiesta di droga è stata talmente elevata che nel corso delle indagini abbiamo avuto delle difficoltà nel procedere coi relativi riscontri».
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