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Ignoti, la scorsa notte, dopo aver forzato il lucchetto di una cabina elettrica hanno tentato di asportare il gruppo elettrogeno di emergenza delle pompe di sollevamento di uno dei depuratori del comune di Ricadi, il centro turistico sul promontorio di Capo Vaticano, lungo la costa vibonese, ma non essendoci riusciti, l’hanno dato alle fiamme unitamente al quadro elettrico.
Ad essere preso di mira, e non è la prima volta, il depuratore lungo il torrente «Ruffa» di San Nicolò di Ricadi, a qualche centinaio di metri dalla spiaggia, qualche settimana addietro sequestrato dai carabinieri di Tropea e dagli uomini della Capitaneria ed ora affidato in custodia al presidente della Provincia Francesco De Nisi.
Nell’occasione era stato denunciato il sindaco Domenico Laria per il cattivo funzionamento dello stesso. Questo ultima atto segue di qualche giorno il guasto dell’altro depuratore, quello nei pressi della spiaggia del «Tono» sempre su Capo Vaticano, guasto che aveva fatto confluire i liquami lungo quella spiaggia provocando le proteste dei bagnanti e l’intervento dei carabinieri che hanno denunciato ancora una volta lo stesso sindaco e due operai della ditta che aveva in appalto la manutenzione che si erano rifiutati d’intervenire essendo cessato l’appalto giorno 19 scorso, appalto che era stato vinto da un’altra impresa.
Da quanto poi si è appreso anche in quel caso si sarebbe trattato di un sabotaggio essendo stata trovata una rete nell’ingranaggio delle pompe di sollevamento. Pertanto, oltre all’endemico problema della cattiva depurazione, a Capo Vaticano ci sono da sommare gli atti di sabotaggio. Sul posto sono intervenuti gli i agenti del posto fisso della polizia di Stato di Tropea unitamente ai colleghi della squadra scientifica ed il sindaco. Rinvenuto un gancio che sarebbe servito per asportare il gruppo elettrogeno.
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