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«I cittadini si chiederanno cosa stia succedendo a Palazzo San Giorgio. Dal punto di vista politico, sapientemente e strumentalmente ispirato, è partito l’ordine di “farmi fuori”. Ed alcuni, in città, hanno obbedito e si sono prestati al gioco. Sono cosi partiti attacchi pilotati a mezzo stampa. Nella tarda serata di sabato è spuntato pure un documento riportante in calce (si badi bene!) non 30 firme personali, bensi un elenco di 30 nomi di consiglieri ed assessori. Alcuni dei quali, da me raggiunti telefonicamente, mi hanno detto di non saperne nulla, trovandosi fuori sede per convegni o con la famiglia». Lo afferma, in una nota, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, che è subentrato a Giuseppe Scopelliti dopo l’elezione di quest’ultimo a presidente della Regione. «La “diffida” – aggiunge Raffa – rievoca in me, uomo libero e democratico nelle idee e nei comportamenti professionali e politici altre stagioni della storia del Paese e, in particolare, della vita politico -amministrativa di Reggio. Si tratta solo di reminiscenze culturali tenute sempre presenti nel mio percorso politico, nel corso del quale ho vinto e perso tante battaglie, senza mai esaltarmi o cadere in depressione perchè ho sempre guardato all’esclusivo interesse della città a cui mi rapporto con spirito di servizio. Lo stesso spirito che guida la mia azione amministrativa durante la fase di transizione del governo cittadino che deve affrontare una situazione di grande difficoltà, soprattutto economica, dovuta anche al particolare momento che stanno attraversando il Mezzogiorno e il Paese». «Sul documento dei “trenta” – dice ancora Raffa – una prima considerazione è d’obbligo. Quali le motivazioni apparenti? Tutto sembrerebbe scaturire in reazione ad un atto di stretta competenza del sindaco (e non dei partiti o di altre “forze oscure”) atto assunto sulla base del convincimento dell’inopportunità di dare seguito a dei doppi incarichi, al Comune e alla Regione, in capo agli stessi soggetti, peraltro grandemente retribuiti e privi, ovviamente, del tempo necessario per assolvere in pienezza entrambi i compiti. Dietro al documento ci sono motivazioni politiche o ambizioni personali di qualcuno? Certamente sì. Se da un lato c’è chi è disposto a tutto pur di assicurarsi in futuro un “posto al sole” e dall’altro è chiaro che mi si vuol far pagare la mia vicinanza politica ad un’area, quella degli ex Forza Italia, interna al Pdl. D’altronde questi contrasti interni al partito si stanno verificando dappertutto in Italia. Ma è normale che accada in questo modo? In tutta sincerità, credo che il ‘male peggiorè di cui soffre la nostra realtà cittadina consista proprio in questo genere di retaggi comportamentali. Ritengo che sia inammissibile anteporre le lotte di partito e di potere agli interessi supremi della Città di Reggio. E chi ha ispirato quel documento conosce solo questa contorta logica. La mia azione è improntata al rispetto del principio di responsabilità ed è condivisa con quanti, con i fatti, si stanno adoperando per il progresso socio-economico della città, abiurando a quelle logiche di potere che lottizzano e non rendono liberi, che commissariano e impediscono scelte democratiche. Il mio ufficio è stato sempre, e continuerà ed esserlo fino all’ultimo giorno di questa mia esperienza, aperto a tutti: consiglieri comunali, assessori, rappresentanti delle circoscrizioni, società civile e soprattutto semplici cittadini. Un rapporto continuo, senza filtri e tutele (supposte o pretese)». Secondo Raffa, «la logica della diffida contenuta nella nota dei “trenta”, probabilmente, affonda le radici in ben altre motivazioni che sfuggono ai cittadini, ma che al momento opportuno sarà mio dovere partecipare a tutti, nell’esclusivo interesse di una città che soffre di grandi problemi anche a causa dell’attuale classe dirigente e del sistema partitico. Esiste, ed è diffusa, una facile propensione ad offendere l’intelligenza degli altri: una predisposizione mentale di fondo che porta i più ad assoggettarsi ai singoli potenti di turno e assecondarne i voleri. Un abito mentale da cui speriamo i nostri giovani sappiano presto spogliarsi, liberandosi da queste vecchie logiche, incrostazioni di un passato lontano fatto di dominanti e dominati. A tal proposito, chi si ritrova ad amministrare la cosa pubblica dovrebbe dare l’esempio. Purtroppo, sottolineo dovrebbe. Per quanto mi riguarda ci sono scelte importanti che l’Amministrazione Comunale dovrà compiere nel solco dell’assoluta legalità e trasparenza dell’agire amministrativo». «Se nel breve periodo sarò ancora sindaco – afferma ancora Raffa – lo farò nell’interesse esclusivo dei tanti liberi cittadini che come me amano Reggio Calabria. Non mi sono mai piegato dietro questo genere di intimidazioni. Non mi lascio condizionare. Forse per questo si sta cercando di utilizzare verso la mia persona la tecnica di farmi apparire all’esterno, agli occhi dell’opinione pubblica, come isolato o meglio come un ‘uomo solo al comandò, per delegittimare il mio operato di Sindaco». «Posso solo dire – prosegue Raffa – che il mio animo è sereno e la mia coscienza è pulita. I reggini, gli uomini liberi di questa città, hanno occhi per guardare e orecchie per intendere e sanno capire cosa accade. Siccome, poi, fare politica è una scelta, non un obbligo, io non sono mai stato attaccato alla poltrona, nè lo sarò adesso. Responsabilmente preferisco sottrarre la città a queste stupide beghe, ai dispetti politici e soprattutto ai rischi connessi a certe logiche di potere». «Pertanto, in queste ore – conclude la nota del sindaco di Reggio – sto seriamente valutando l’opportunità di convocare una conferenza stampa per spiegare le ‘realì motivazioni che accompagneranno le mie prossime decisioni. Non prima però di lunedì, giorno in cui si terrà una riunione di maggioranza (peraltro già programmata) per un necessario chiarimento sulle prese di posizione assunte nel documento. Così da poter formalizzare anche qualche altro adempimento opportuno, lasciando la città ad un Commissario che, carte alla mano, sia messo in condizione di operare al meglio nell’interesse di tutti».
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