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Nessun messaggio prima di compiere l’insano gesto; ha deciso di togliersi la vita facendo un volo di otto piani nella tromba delle scale dell’ospedale, Pasquale Libri, 37 anni, dirigente del settore appalti del San Paolo di Milano, che si è suicidato lunedì scorso. Forse alla base del gesto potrebbero esserci le carte dell’inchiesta «Infinito» della Dda di Milano che insieme a quella di Reggio Calabria ha portato in carcere 304 persone circa 10 giorni fa, e che sarebbero piene di intercettazioni insieme ai boss delle cosche calabresi trapiantati al Nord, ed in particolare insieme al direttore sanitario della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, arrestato dalla Dia. Secondo gli inquirenti le intercettazioni con Pasquale Libri sono “pesanti”: «Putt… la ‘ndrangheta», dice Chiriaco a Libri, entrambi indagati, il 13 dicembre del 2008; «Eravamo una potenza, ora ci siamo combinati così», risponde il dirigente del San Paolo. «A fare il direttore amministrativo ci siamo ridotti» ribadisce Chiriaco.
Quelle con Pasquale Libri, nato a Reggio Calabria il 21 agosto del 1972, sono intercettazioni «pesanti» per i pm milanesi, specie quando si parla del consigliere regionale del pdl Angelo Giammario, per il quale la cosca avrebbe raccolto voti e preferenze. Tanto che Libri, Chiriaco e Cosimo Barranca (reggente della locale di Milano) nel tardo pomeriggio del 12 gennaio scorso erano stati fotografati in via Pirelli a Milano, mentre entrano nel comitato elettorale di Giammario, in vista della tornata elettorale che porterà al quarto mandato del governatore Roberto Formigoni.
La moglie di Libri ha definito il gesto «inspiegabile»; la donna, calabrese, figlia di Rocco Musolino, «boss della ‘ndrangheta aspromontana», dice di non aver mai notato nel marito sintomi depressivi.
Eppure, secondo i carabinieri, non ci sono dubbi sull’ipotesi del suicidio. Lunedì mattina, a quasi una settimana dagli arresti, Libri (in passato socio di una ditta di carburanti poi fallita) era arrivato regolarmente in ufficio. Alle undici una riunione con il gruppo dirigente dell’azienda ospedaliera. Poi, poco dopo mezzogiorno, il tonfo e il corpo scoperto ai piedi delle scale che portano all’ottavo piano. I colleghi rimasti attoniti non hanno rilasciato alcuna dichiarazione: «E’ un momento troppo delicato».

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