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POTENZA – Un gioco pericoloso che poteva costare la vita. E’ successo a Potenza, martedì sera. Intorno alla mezzanotte, delle ragazze attraversano allegramente via Quattro novembre. Ridono, scherzano. Secondo quanto raccontato da testimoni, sembrano un po’ su di giri. Forse hanno bevuto qualche bicchiere di troppo.
Una delle ragazze, a un certo punto, cerca di scavalcare la ringhiera che costeggia il marciapiede, poco più avanti il ristorante “Fuori le mura”, alle spalle della clinica privata Luccioni. Sempre testimoni, raccontano di averla sentita minacciare le amiche di buttarsi giù, in tono scherzoso. Un gioco, dunque. Una bravata, che sarebbe potuta finire in tragedia.
La ragazza, infatti, non si sa bene come, scivola e cade giù. L’amica cerca di tirarla su, ma finisce anche lei per cadere. Se la caveranno benissimo, escluso qualche bernoccolo qua e là. La fortuna è stata che le ragazze sono atterrate sul tetto di una struttura più bassa, vicino la clinica. La si vede benissimo affacciandosi da via Quattro novembre, dal punto in cui la ragazza è caduta. Il tetto, è praticamente attaccato alla parete verticale alla ringhiera.
Forse l’intento era quello di scavalcare. Ma per fare cosa? Le ragazze racconteranno alle forze di polizia, giunte immediatamente sul posto allertate forse da alcuni residenti dei palazzi intorno o della clinica stessa, di essere semplicemente scivolate. Una spiegazione poco esaustiva, che induce i poliziotti a portare le ragazze in Questura per raccontare la versione dei fatti.
Si tratta di due maggiorenni, entrambe di Potenza. Sul posto, subito dopo la polizia, arriverà anche l’ambulanza del 118. Le ragazze verranno prelevate, poi, dai vigili del fuoco, attraverso una scala. Accanto a loro, sul tetto che le ha accolte dopo una “scivolata” di pochi metri, un poliziotto, che ha subito verificato lo stato di coscienza delle due ragazze, apparentemente in buone condizioni.
Ricordano perfettamente chi sono e cosa stessero facendo prima dell’incidente, che descriveranno in maniera un po’ approssimativa. Tant’è che gli operatori del 118 cercheranno di ricostruire la dinamica chiedendo informazioni ai tanti passanti che intanto si sono fermati a curiosare e agli inquilini delle abitazioni vicine, che si sono affacciati dopo aver sentito gridare.
Verificato il loro stato di salute, tutto sommato buono, le ragazze, per loro volontà, non verranno portate al pronto soccorso. Verrà trasportato in ospedale, invece, uno degli studenti che abita nei pressi del luogo in cui si è verificato l’incidente, che nel frattempo si sente male.
La squadra del 118 intervenuta per soccorrere le ragazze, non autorizzata, dovrà fare posto all’ambulanza dei vigili del fuoco. L’unica ambulanza del 118 disponibile al momento, infatti, sarebbe stata quella di Brienza. Una serata movimentata, dunque, che lascia non poche perplessità. L’incoscienza dei giovani da un lato, il sistema sanitario dall’altro. Sentirsi male in una città ed essere soccorso da un’ambulanza in partenza da un paese a trenta chilometri di distanza, non è certo confortante.
Anna Martino
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