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E’ stato presentato nella sala stampa Bergamini dello stadio San Vito il nuovo dg del Cosenza Calcio, Renzo Castagnini: «Mi sento a casa, rivedo facce conosciute e qualcuna nuova, vuol dire che la famiglia è cresciuta così come il Cosenza. Una squadra che avuto dei momenti terribili ma è risorta: per questo faccio i complimenti a chi ha portato il Cosenza tra i professionisti; devo ringraziare il presidente, mi ha chiamato, ci siamo parlati, ci siamo conosciuti e abbiamo deciso insieme di affrontare questa avventura. Si tratta di un impegno doppiamente gravoso, oltre al fatto sportivo ne esiste uno affettivo che io devo mettere da parte, devo ragionare con la testa. In tutto questo è difficile fare proclami e promettere, i ricordi sono straordinari, la tifoseria è straordinaria, molto competente, ha bisogno di serietà e disponibilità. Cercheremo di mettere insieme queste cose, chiedo a voi il vostro aiuto.
Il Cosenza non è né mio, né del presidente, nè vostro – dice rivolgendosi ai cronisti e ai tifosi in sala – ma rappresenta una città straordinaria che bisogna portare più in alto possibile. Avevo altre opportunità ma Cosenza è Cosenza, lasciatemelo dire: ci metterò impegno serietà e professionalità. Ho vinto da giocatore al primo colpo, da direttore al primo colpo, ora sono tornato ed è un vantaggio, ma anche uno svantaggio; cercheremo di fare il massimo, il calcio oggi è un gioco monco, con pochi soldi, con poche possibilità. Ci metteremo idee e professionalità».
Relativamente al futuro della compagine rossobù Castagnini ha sottolineato: «Voglio una squadra che lotta e corre – insiste – e non sarà possibile fare il contrario. Cercherò di portare quello che ho portato 12 anni fa, anche dei giocatori importanti; l’obiettivo è di far bene ma anche costruire qualcosa che alla società rimanga, non il prestitino qualunque. Serve una squadra competitiva subito, ma bisogna anche costruire qualcosa, non è detto da nessuna parte che vinciamo solo perchè siamo il Cosenza. Se non vinciamo però, almeno abbiamo una base per il futuro».
Castagnini arriva dunque al San Vito nella settimana di Juventus-Lione: «Il primo anno in bianconero – riflette – abbiamo fatto bene e siamo arrivati secondi centrando la Champions League. Lo scorso anno poi, alla fine del mercato, tutti ritenevamo che fossimo l’anti Inter, e lo pensavamo anche noi. Siamo partiti con un allenatore giovane come Ferrara, poi gli infortuni ci hanno penalizzato. Se pensate ai problemi fisici di Del Piero, Camoranesi, Buffon, Trezeguet e anche di Chiellini il dado è tratto. Se i campioni non giocano è difficile centrare i risultati; alla Juve se arrivi secondo hai perso. Figuratevi poi se arrivi settimo. Sono andato via senza sbattere la porta e conservo ottimi rapporti con Blanc e l’ex Cobolli Gigli. Ho staccato la spina per un mese, lasciare la Juve è dura, ma ora la mia Juventus si chiama Cosenza».

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