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Gli scarichi non depurati di oltre 31 e 7 mila cittadini, soltanto delle province di Catanzaro e Crotone, finiscono nei fiume e quindi nel mare.
Questo il vero problema del versante jonico; il trattamento delle acque reflue capace di offrire un efficace servizio di depurazione a tutta la popolazione.
Per fare ciò, occorre un’azione corale sotto il coordinamento dell’amministrazione regionale in stretta collaborazione con tutti gli enti locali, in primis i comuni dell’entroterra».
Le cattive notizie per il sistema marino-costiero calabrese non si limitano solo alle lacune del sistema di depurazione regionale e agli scarichi illegali, ma arrivano anche dal fronte caldo del cemento illegale lungo le coste. Con 561 abusi sul demanio marittimo, infatti, la Calabria si distingue anche nella poco onorevole classifica nazionale del cemento illecito sulle coste.
«Nell’area archeologica di Capo Colonna – spiega Antonio Tata, Presidente Circolo Legambiente Ibis Crotone -, permangono tuttora indisturbati 35 manufatti abusivi, nonostante una sentenza definitiva di confisca per lottizzazione abusiva emessa dalla Corte di Cassazione e nonostante lo scorso anno, in occasione del passaggio crotonese di Goletta Verde, il Sindaco si impegnò a rimediare allo scempio. Visto, però, che il Comune ha da poco portato a termine 13 demolizioni in via Acquabona a Crotone, Goletta Verde ha preso atto di questa nuova stagione di impegno dell’Amministrazione sul fronte delle demolizioni degli abusi edilizi, ma chiede nuovamente al Sindaco, e stavolta senza bandiera nera, una serie di azioni concrete da realizzare, da qui a un anno, per eliminare l’eco-mostro di Capo Colonna». Per avere notizie positive bisogna, invece, volgere lo sguardo al turismo sostenibile e di qualità, che sulle coste della Calabria jonica ha fatto segnare risultati importanti, come i 14 comuni premiati con le Vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano. Guida che segnala le 364 località costiere di mare che hanno scommesso sulla qualità a trecento sessanta gradi, coniugando l’offerta turistica al rispetto dell’ambiente. Hanno conquistato tre vele i comuni di Badolato, Isola Capo Rizzuto, Cirò e Amedolara; mentre a Rossano Calabro, Rocca Imperiale, Stalettì, Cirò Marina, Cutro, Cropani, Soverato, Pietrapaola e Roseto Capo Spulico sono andate due vele e a Trebisacce una vela. I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che viaggia via terra e vengono effettuate le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).
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