1 minuto per la lettura
MELFI – I tre lavoratori della Fiat di Melfi licenziati dall’azienda con l’accusa di aver interrotto la produzione durante una manifestazione sindacale interna hanno cessato la loro protesta e abbandonato il rifugio di emergenza sulle mura medioevali di Melfi.
Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino e Marco Pignatelli erano saliti sullo spiazzo di Porta Venusina, nel pomeriggio di ieri l’altro. Per circa 48 ore hanno dormito e consumato i pasti all’aperto, sfidando i 37 gradi delle ore più calde, protetti solo da un ombrellone ed una tenda di fortuna ricavata con un telo. Pochi minuti fa, uno dei tre, marco Pignatelli, di Potenza, ha accusato un calo di pressione e si è accasciato al suolo. Dopo i primi soccorsi dei compagni e dei manifestanti sono arrivati anche i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. I manifestanti hanno chiesto più volte ai tre di scendere.
«Non ci sono le condizioni per restare là ha urlato Giorgio Cremaschi, segretario della Fiom. Non compromettete la vostra salute perchè dobbiamo continuare la battaglia». Per portare soccorso, i vigili del fuoco hanno dovuto forzare una porta dalla quale sono poi usciti i lavoratori. Pignatelli è apparso provato, ma in buone condizioni generali.
«Scendiamo – ha spiegato dal microfono Giovanni Barozzino – non perchè ci arrendiamo ma perchè questa protesta, avviata in tre, vogliamo portala avanti insieme, nei prossimi giorni». Appena scesi i manifestanti li hanno accolti con un applauso e abbracci.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA