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Il Parco nazionale del Pollino affronta l’eventualità di una nuova emergenza incendi. L’aggiornamento del piano antincendi boschivi 2010 è stato presentato nella sala conferenze della Comunità del Parco dal presidente dell’Ente Parco, Domenico Pappaterra, alla presenza del vice presidente della Comunità del Parco, Franco Blaiotta, sindaco di Castrovillari e dei massimi vertici della Protezione civile lucana e calabrese, Giuseppe Basile e Franco Torchia, sottosegretario, quest’ultimo, alla presidenza della Giunta regionale della Calabria. Con loro anche il consigliere del Parco Marco De Biasi e il coordinatore del CTA del Corpo Forestale dello Stato del Parco, Francesco Alberti. Il Piano prevede, anche quest’anno, – spiega una nota – la collaborazione con quindici Associazioni di Volontariato di Protezione civile della Basilicata e della Calabria che nei giorni scorsi hanno sottoscritto con il Parco i cosiddetti «contratti di responsabilità» attraverso i quali vigilano sui territori intervenendo, in collaborazione con le altre forze preposte, in caso di incendi. Essi opereranno con i mezzi del Parco in uso già dall’anno scorso, con un elicottero e attraverso i ventuno comandi del CFS che dispongono in totale di oltre cento uomini. Cinquanta sono i punti di avvistamento e due le centrali operative. Una sottocentrale è dislocata a Campotenese, punto baricentrico del Parco. «La superficie bruciata – ha sottolineato il presidente Pappaterra – si è drasticamente ridotta nel corso degli ultimi due anni, tanto che lo scorso anno sono stati in fumo soltanto circa 500 ettari di bosco e macchia mediterranea». Pappaterra ha espresso, tuttavia, preoccupazione sulla possibilità di effettuare negli anni a venire questi interventi di salvaguardia in quanto «con la manovra finanziaria approvata al Senato – ha dichiarato Pappaterra – viene operato un drastico taglio dei fondi per i Parchi nazionali che consentirà appena di sostenere le spese ordinarie e, in alcuni casi, per molti Parchi, ne decreta la loro chiusura». A tal fine il presidente Pappaterra si augura che «nella discussione alla Camera ci possa essere una riconsiderazione di tale scelta che rischia di compromettere tutto il lavoro che da più di quindici anni a questa parte si è realizzato nel nostro Paese per proteggere e tutelare le aree più belle. È paradossale – conclude – che ciò accada proprio nel 2010, anno internazionale della Biodiversità».
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