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di MARGHERITA AGATA
E’ ancora lunga la strada che porta al commissariamento del Comune. Prima che il prefetto possa dichiarare lo scioglimento del Consiglio, occorrerà osservare la procedura prevista dallo Statuto comunale. L’articolo 106 concede al sindaco 48 ore di tempo per convocare la giunta e nominare il commissario ad acta per l’approvazione del bilancio. Ma nel caso di Ferrandina, la giunta non c’era più. Nell’ultimo Consiglio, infatti, gli ultimi due assessori ancora in carica Zito e Mastrangelo sono giunti dimissionari. Pertanto, il sindaco Ricchiuti ha dovuto nominare prima i nuovi assessori e poi il commissario ad acta. «Mai come in questa circostanza -dichiara il primo cittadino, contattato telefonicamente- non ho alcun imbarazzo o difficoltà nel comporre una giunta che ha una funzione meramente tecnica. Non occorre tenere nessun manuale Cencelli sottomano». E, in effetti, il primo cittadino non ha lasciato trascorre neanche le 48 ore previste dallo statuto per nominare gli assessori. La scelta più ovvia, la più giusta per agevolare gli adempimenti di legge previsti. Nella tarda mattinata di ieri, ha restituito l’incarico a Zito e Mastrangelo. Subito dopo, riunita la giunta, ha provveduto anche alla nomina del commissario ad acta. La scelta è ricaduta sul dottor Rebesco, che in passato ha ricoperto l’incarico di revisore dei conti presso l’ente. Una delle figure professionali previste dallo Statuto. La conferma dell’avvenuta nomina arriva dalla Prefettura, a cui è stato tempestivamente comunicato il nome del commissario. Compito del commissario, adesso, dopo aver verificato lo schema di bilancio, già approvato in giunta, è quello di inviare “a ciascun consigliere una lettera notificata in forma amministrativa, con l’avviso di convocazione della seduta, con l’avvertenza che i consiglieri possono accedere alla documentazione depositata presso la segreteria, assegnando un termine non superiore a 20 giorni per l’approvazione del bilancio”. Poi, qualora il Consiglio non approvi ancora una volta il bilancio entro il termine assegnato (nel caso di Ferrandina sarebbe la terza volta consecutiva), il commissario “provvede direttamente entro le successive 48 ore lavorative ad approvare il bilancio medesimo, informando contestualmente dell’avvenuto il prefetto, perché avvii la procedura di scioglimento del Consiglio”. Ed è ciò che accadrà anche a Ferrandina. A meno di sorprese o maggioranza dell’ultim’ora, ormai non più ipotizzabili.
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