3 minuti per la lettura
POTENZA – Sarà confrontato con i bottoni dell’abito talare di don Mimì Sabia, ex parroco della Chiesa della Sanitissima Trinità, sequestrato dalla polizia nei locali della sagrestia il bottone di colore rosso porpora trovato vicino al cadavere di Elisa Claps nel sottotetto della stessa chiesa, per verificare se si possa trattare dello stesso tipo di oggetto. E’ quanto disposto dal gip di Salerno, accogliendo la richiesta di uno dei periti, Eva Sacco. Quel che è certo è che l’abito sequestrato e appartenuto al parroco non ha nessun bottone mancate, a differenza di quell’asola vuota che compare in una foto di don Mimì risalente al 1999. Il che potrebbe significare tre cose: che l’abito sequestrato non è quello indossato da don Mimì nella foto, o che il bottone sia stato ricucito in un secondo momento. O, ancora, che quell’asola era vuota solo perché il bottone non era stato allacciato. Ad ogni modo, il bottone ritrovato al cadavere di Elisa non può essere quello della foto. L’oggetto ritrovato nel sottosuolo era in avanzato stato di decomposizione per via dei fluidi rilasciati dal cadavere. Quindi, si trovava lì da prima dell’omicidio dell’Elisa, o al massimo risale allo stesso giorno. Quell’abito era stato indossato, invece, fu indossato per la prima volta dal parroco della santissima Trinità, (morto nel 2008) dopo la sua nomina a cappellano di sua Santità nel 1997.
La data dei nuovi rilievi non è stata ancora resa nota. Ma si sa che ulteriori accertamenti verranno condotti anche sui residui dei sedimenti sulle scarpe di Elisa che saranno confrontati con i calcinacci raccolti nel sottotetto e custoditi in una quindicina di contenitori. Lo scopo è comprendere se Elisa sia arrivata con le proprie gambe nel sottosuolo e se invece vi sia stata trasportata.
Gli investigatori confronteranno poi il catrame che ricopre le travi del sottotetto con quello contenuto in un bidone che sarebbe stato trovato nei locali e che il perito avrebbe individuato attraverso l’esame di alcune foto. Il perito, inoltre, ha chiesto di confrontare le tegole ritrovate accanto al cadavere della ragazza con quelle accatastate nel sottotetto, poco lontano dal cadavere stesso, e di eseguire dei calchi delle tracce delle tegole mancanti dall’apertura fatta nel sottotetto. Infine gli investigatori cercheranno delle scarpe nella canonica e i periti ne confronteranno le impronte con quelle scoperte nel sottotetto.
La decisione del gip di autorizzare gli esami è valutata come l’intenzione di approfondire in via definitiva diversi aspetti delle indagini, in particolare relativi ai tempi successivi all’aggressione subita da Elisa Claps e alla sua morte.
Mario Marinelli, avvocato di Danilo Restivo, indagato per l’omicidio di Elisa Claps, si è detto «favorevole agli accertamenti richiesti dai periti a 360 gradi» e «plaude agli stessi periti, che sono molto precisi, affinchè possa emergere la totale estraneità di Restivo alla vicenda». «Bisogna evitare per il futuro – ha aggiunto – clamorosi errori giudiziari basati su frettolose ordinanze di custodia cautelare». Lo scorso 22 maggio il gip di Salerno, su richiesta della Procura generale, ha disposto l’arresto di Restivo, che dallo scorso 19 maggio si trova in carcere in Inghilterra per l’omicidio della sarta Heather Barnett.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA