2 minuti per la lettura
«E’ sempre la stessa solfa. Gli ambientalisti di casa nostra non riescono a trovare altri argomenti. Le posizioni oltransiste degli pseudo ambientalisti di casa nostra cominciano a rasentare il ridicolo». È quanto scritto in una nota del comitato per la riconversione della centrale Enel di Rossano: «Portano documenti, magari adattati, per promuovere – prosegue la nota – le proprie tesi e tutti devono ritenerli più validi del vangelo. I documenti, veri, li portano gli altri e, secondo loro, sono frutto di accordi sotto banco o, peggio ancora, sono veri e propri falsi. Non avevamo dubbi che, di fronte ai documenti brindisini, la strategia di questa gente continuasse ad essere sempre la stessa.
Ma strategie a parte, che la gente comune ha compreso bene, la mala fede continua ad essere la forza motrice di questi pseudo ambientalisti che ancora non abbiamo capito chi rappresentano, oltre se stessi. Non avevamo parlato appositamente delle falde acquifere del brindisino perchè nell’articolo c’era scritto a chiare lettere che l’inquinamento c’era, era pesante (circa il 90 %), ma era riferito al ciclo di produzione del petrolchimico e non alle centrali elettriche».
«Cosa vanno a sottolineare – aggiunge il Comitato – queste persone in mala fede? Il dato delle falde acquifere. Omettendo appositamente, però, di dire a cosa era dovuto l’inquinamento. Se non è mala fede questa, allora cos’è? Altri onorevoli si aggiungono a quanti seguono la moda del No alla riconversione. Dopo la Laganà, Oliverio e la Napoli, anche Elio Belcastro, deputato del movimento Libertà e Autonomia, per il Sud eletto in Calabria, segue la scia e presenta una interpellanza parlamentare. La tigre va cavalcata sempre.
Non è necessario capire se si sta facendo il bene o il male delle persone e del territorio governato. Al coro si aggiungono anche Giuseppe Giordano, Emilio De Masi e Domenico Talarico, di Idv, che chiedono al Consiglio regionale di esprimere la propria contrarietà ad ogni ipotesi di costruzione di una centrale a carbone sul territorio della Calabria, secondo quanto previsto dal piano energetico regionale. I quattro però, scordano che non si tratta di una centrale da costruire e, dalla loro interpellanza, pare di capire che non conoscono neppure il progetto presentato dall’Enel. Il governatore della Calabria Scopelliti, insieme agli altri tre presidenti delle regioni meridionali ha incontrato il ministro Fitto per lamentare gli scarsi investimenti nel sud del Paese».
«Se però arrivano – conclude – investimenti importanti, come quello della riconversione della centrale Enel di Rossano, quasi tutti i politici sono pronti a seguire la moda del No. Moda del No che è imperante tra parlamentari e politici locali, anche se la gente continua a chiedere lavoro e sviluppo, sapendo bene che è possibile farli coesistere con ambiente, turismo ed agricoltura come in altre parti del mondo e d’Italia».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA