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Per risanare il debito della sanità calabrese ci potrebbe essere anche la chiusura di due o tre ospedali. Lo ha affermato il governatore Giuseppe Scopelliti durante un’audizione alla Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari. «Noi ci siamo fatti un’idea di quali siano le due o tre strutture che vanno chiuse – ha spiegato il governatore – però dobbiamo confrontare i dati che abbiamo con i territori, perchè bisogna vedere quando chiudi una struttura cosa offri in cambio. Stiamo facendo una mappatura del territorio regionale, e sulla base di questa vedremo quali vanno chiuse e che offerta alternativa dare. Bisogna tener presente che ci sono anche 11 strutture ospedaliere a rischio per la sicurezza, e questo è un problema grave». Durante l’audizione Scopelliti ha ribadito che ancora non c’è una misura effettiva del debito regionale, perchè l’advisor della regione, l’azienda Kpmg, non ha ancora fornito i dati: «Secondo me, sarà comunque molto inferiore alle cifre di cui si parla, fino a 2 miliardi di euro – ha spiegato il governatore – perchè abbiamo trovato che ad esempio alcuni debiti con i fornitori erano già stati pagati». Scopelliti ha annunciato che non utilizzerà come direttori generali quelli impiegati negli ultimi 10 anni, e ha ricordato che il personale della sanità calabrese conta 3500 esuberi, con 500 persone che usciranno nel prossimo futuro permettendo un risparmio di 20 milioni di euro. Il governatore ha anche annunciato un piano di riorganizzazione degli ospedali: «Abbiamo già individuato gli ospedali ‘hub’, gli ospedali ‘spot’ e quelli di seconda e terza fadcia che serviranno solo per il pronto soccorso e l’accoglienza dei pazienti».
Intanto nel corso dell’incontro della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando (Idv), con il Presidente della Regione è stata evidenziata “frequenza degli errori sanitari e disavanzo sanitario ma anche incertezza dei dati e ritardi da record nei tempi medi dei pagamenti”. A metter in luce questi argomenti è stato il Presidente della Commissione Orlando nell’introdurre l’audizione: «Uno degli aspetti più gravi della situazione finanziaria della sanità calabrese è l’inattendibilità dei dati e la mancanza di una normale documentazione contabile – ha detto Orlando – ma a preoccupare è anche il ritardo record nei tempi medi dei pagamenti delle aziende e pari a circa due anni, un ritardo che getta ombre e dubbi sulla correttezza dei rapporti tra fornitori e aziende sanitarie.
Si evidenzia, inoltre, un significativo importo per danni erariali, pari a 95 milioni di euro, dovuti, ad esempio, all’acquisto di strumenti non utilizzati. A questo proposito – ha aggiunto Orlando – non possiamo dimenticare un altro caso oggetto di attenzione da parte della Commissione, ovvero la Fondazione Campanella, che da sola ha accumulato un danno erariale di circa 100 milioni di euro». Quanto al piano di rientro, approvato solo il 4 febbraio 2010, Orlando ha sottolineato due carenze: da un lato mancanza di dati definitivi, attesi per il 31 maggio e in realtà mai arrivati, dall’altro la mancanza di un vero e proprio piano sanitario, sottolineando infine la necessità di riconversione e chiusura di molti presidi sanitari. «In una situazione grave come questa – ha detto – la peggiore scelta è non scegliere».
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