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Si è concluso con una condanna a sette anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, e la condanna a risarcire alle parti civili 100.000 euro di danni il giudizio immediato a carico di Antonino Giofrè, 49 anni, il meccanico di Gimigliano (Catanzaro), sposato e padre di un ragazzo di 20 anni, finito in manette ad ottobre con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una dodicenne. La sentenza è arrivata oggi da parte del tribunale collegiale di Catanzaro presieduto dal giudice Antonio Battaglia, che ha accolto le richieste di dichiarare l’imputato colpevole avanzate dal pubblico ministero, Simona Rossi, e dall’avvocato Vincelli, che rappresenta i genitori della giovane presunta vittima degli abusi, costituitisi parte civile anche per la dodicenne. A loro i giudici hanno riconosciuto risarcimenti da 50.000 euro per la ragazzina, e 25.000 euro ciascuno per i genitori. Furono proprio i genitori della minorenne, con la loro denuncia, a dare il via alle indagini dei carabinieri che alla fine hanno ricostruito due presunti episodi di violenza, che risalirebbero al 2 ed al 29 agosto scorsi, che la stessa ragazzina avrebbe raccontando ai genitori cedendo alle insistenti domande che le fecero dopo aver avuto precisi sospetti sul rapporto che lei aveva con quello che loro ritenevano un amico. Quelle stesse indagini hanno consentito al sostituto Rossi di ottenere l’ordinanza cautelare che, all’inizio di ottobre, ha fatto finire l’indagato in carcere, sottoposto alla misura cautelare confermata in seguito dal Tribunale del riesame. A questo punto ai difensori di Giofrè, gli avvocati Antonio Chiarella e Stefano Nimpo, non resta che attendere le motivazioni della sentenza di condanna per predisporre l’atto di appello.
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