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L’ottava edizione del Festival di fotografia di Corigliano Calabro, fra workshop, laboratori, incontri, revisioni di portfolio, rassegne video, sarà anche l’occasione per vedere insieme un eccezionale gruppo di fotografi; il Parco Nazionale della Sila, visto da Antonio Manta e dalla sua Bottega. Il 3 luglio, nel Castello Ducale di Corigliano Calabro, all’inaugurazione del Festival organizzato dall’Associazione Culturale ‘Corigliano per la Fotografia’ con la direzione artistica di Gaetano Gianzi e Cosmo Laera, non mancherà il presidente dell’Ente Parco, Sonia Ferrari.
«Quest’anno – ha dichiarato Ferrari – per la prima volta, il Parco Nazionale della Sila sarà presente a questo importante appuntamento, con circa sessanta opere di Antonio Manta, Paola Binante, Antonio Armentano, Francesco Granelli, Paolo Pagni, Pietro Vallone. Si tratta di grandi artisti e di appassionati dei luoghi del Parco, che hanno saputo dare un’interpretazione molto suggestiva e fortemente innovativa della Sila attraverso la fotografia. Inoltre il 31 luglio inaugureremo una mostra di Manta e del suo gruppo di artisti al Centro Visite Cupone. Sarà complementare a quella in esposizione a Corigliano, ma più ampia e completa».
«Antonio Manta – spiega una nota dell’ente parco – ha dato vita ad una vera e propria bottega, alla stregua di quelle del Rinascimento, che si sviluppa intorno alla sua figura ed all’attività di fotografo e stampatore. Un nucleo di artisti che hanno nella fotografia e nella creazione di immagine fotografica il loro obiettivo comune e che trovano nel momento creativo a contatto l’uno dell’altro la possibilità di un confronto continuo, di interscambio e condivisione di esperienze e risultati che danno luogo all’affinamento delle tecniche fotografiche tradizionali, all’apprendimento ed allo sviluppo di tecniche nuove o alla riscoperta di vecchie metodiche. In questo contesto Antonio Manta ha esteso alla «sua» Bottega, di cui fanno parte anche Samuele Mancini, Angelo Polvanesi e Francesco Tanganelli che hanno contribuito all’allestimento dell’intera mostra, il compito di esprimere fotograficamente la Sila. Si tratta di un gruppo che ha sviluppato l’argomento a partire da un impulso unitario, ma nell’ambito del quale ogni autore ha scelto la metodica di realizzazione, in base al proprio modo di «sentire» il tema, la Sila. Ne è scaturito – si legge – un insieme di visioni d’autore che ha prodotto, attraverso la fotografia tradizionale, la manipolazione di istantanee polaroid, l’accartocciamento di immagine, un insieme di quadri diversi ma complementari, tasselli assemblabili di un unico lavoro. E’ senz’altro questo un nuovo modo di interpretare i luoghi del Parco Nazionale della Sila, di coglierne il fascino nel volgere del tempo e delle stagioni, di raccontarne la poesia, di trasmettere la forza della sua generosa natura».

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