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«Oramai a ritmo quotidiano registriamo i nuovi record di presenze detentive all’interno dei penitenziari italiani. Alle 8 di stamani, infatti, nelle strutture penitenziarie italiane erano ristretti 68.058 detenuti (64.994 uomini e 3.064 donne). Questo significa che in tutte le regioni si è superata la quota massima di ricettività e che il 99 % delle strutture presenta un sovradotazione delle presenze rispetto al consentito».
E’ quanto dichiara Eugenio Sarno, segretario generale della Uil PA Penitenziari, che prelude ad una analisi dello stato in cui versano i penitenziari calabresi. «Alle ore 17 di ieri erano presenti in Calabria 3.065 detenuti (3.015 uomini e 50 donne) a fronte di una ricettività massima consentita pari a 1.855 ( 1.825 uomini e 30 donne), per un indice di sovraffollamento pari al 65 %. In termini percentuali – spiega – il sovrappopolamento più grave si registra a Lamezia Terme ( 157 %) ma anche la situazione di Reggio Calabria ( 115 %) richiede particolare attenzione. In questo senso sono davvero grato al Presidente Talarico, che domani incontrerà una delegazione regionale della Uil Penitenziari proprio sulle criticità del sistema e sulle difficoltà che vive il personale.
Un atto di grande sensibilità, di cui vogliamo pubblicamente dare atto al Presidente della Regione « Anche sul fronte del personale la Uil PA Penitenziari non manca di denunciare le notevoli difficoltà operative «Secondo la visione ragionieristica e burocratica del DAP ( Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) in Calabria – sostiene Sarno – il contingente di polizia penitenziaria è al completo, se non addirittura sovradotato. Noi contestiamo questa visione, anche con il conforto dei numeri. La dotazione complessiva regionale della polizia penitenziaria , infatti, dovrebbe assommare a 1498 unità, ne risultano in servizio 1550, cui si debbono sottrarre 71 unità impiegate in strutture non detentive come il Provveditorato e i vari Uffici dell’Esecuzione Penale Esterna (UEPE).
A conti fatti, quindi, mancano 19 unità. Considerato che la Calabria è un fronte caldo del crimine organizzato, e quindi del sistema penitenziario, è lecito dire che occorre rinforzare le prime linee e gli avamposti nelle carceri. Il gravissimo episodio dello scorso novembre, a Palmi, avrebbe dovuto insegnare qualcosa sul fronte della prevenzione e della sicurezza. Senza dimenticare che Laureana di Borrello è stata attivata prelevando solo unità dai vari istituti calabresi, è lo stesso DAP a confermare che mancano 23 unità a Cosenza, 15 a Locri, 11 a Palmi, 35 a Reggio Calabria e 25 a Vibo Valentia. E questi numeri, è bene sottolinearlo, sono da riferirsi ad una presenza detentiva ottimale, non certo a quella sovrappopolata di oggi».

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