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di MICHELANGELO FERRARA

Aggredito e picchiato, con i ripetuti colpi di un bastone abilmente nascosto sotto la giacca, mentre si recava al lavoro in Municipio. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi, vittima Pasquale Deniso, responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Grassano. Ad aggredirlo Giuseppe Montemurro, settantaquattrenne del posto, che ha atteso per circa 45 minuti l’arrivo dell’impiegato dinnanzi al portone d’ingresso della casa municipale, per poi colpirlo alle spalle. Prima dell’aggressione i due si erano persino salutati con il “buondì”, ma nulla lasciava presagire l’insano gesto del pensionato, che alle spalle ha urlato in dialetto alcune frasi, mentre colpiva l’ignaro impiegato alla testa, alla spalla e al braccio sinistro, procurandogli ferite giudicate guaribili in sette giorni di prognosi. Le urla sono state udite dai vigili urbani in servizio in municipio, che hanno prontamente bloccato e disarmato Giuseppe Montemurro. Solo in senso di responsabilità del tecnico comunale ha evitato che l’episodio potesse degenerare in fatti ben più gravi. L’aggressione è scaturita dal fatto che il pensionato, proprietario di un’abitazione mal digerisce la decisione di circa 40anni fa del consiglio comunale, di far installare in un viottolo un cancello di recinzione per l’uso esclusivo del vicolo, non essendo lo stesso di nessuna utilità pubblica. A maggio scorso la questione è stata sottoposta nuovamente al consiglio comunale, con la notifica delle risposte per iscritto al cittadino della risoluzione della questione entro la fine di luglio. Questo non è bastato all’anziano. La quiete del piccolo comune lucano è stata turbata dal vile episodio, che pone l’accento su quanto quotidianamente accade nei comuni e, soprattutto, sul clima di violenza sempre più accentuato che si registra dove in breve tempo si passa dalla violenza delle parole alla violenza dei fatti. Un fatto inconcepibile, aggravato nella maggior parte dei casi, dalla scarsa sensibilità degli amministratori che necessita di qualche riflessione sullo stato delle regole della convivenza civile. L’episodio testimonia anche il malessere diffuso, che molte volte i dipendenti comunali cercano di affrontare e risolvere, arginando situazioni di disagio e attuando una politica di servizio per la collettività. Un compito che l’Amministrazione in primis, ma anche la comunità tutta, deve sforzarsi di assolvere, contribuendo, così, a instaurare un clima di serenità che possa consentire una migliore governabilità. Un gesto che andrebbe condannato con forza che sicuramente non appartiene ad una società civile, come quella grassanese, e che perlomeno meritava di essere ripreso pubblicamente, non certo sottaciuto.

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