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di Antonio Mutasci
MATERA – «Ci stiamo allontanando da Candido». Esordisce così il direttore sportivo della Bawer Matera, Peppino Pallotta, raggiunto ieri telefonicamente. E questa è una notizia spiazzante visto che nei giorni scorsi la trattativa con Candido sembrava ormai chiusa e in “cassaforte”. Ed invece non è così. E il direttore sportivo della società biancazzurra ci spiega il motivo. «Non appena noi trattiamo un giocatore, il suo nome viene accostato a quello di Ferentino. Al momento i laziali sono una delle squadre, assieme a noi e a Ruvo più attive sul mercato. Solo che loro sembra che vogliano vincere il campionato e quindi sono più appetibili rispetto a noi». Questo è un gioco, ovviamente, che fa lievitare i costi. E’ un modo anche dei procuratori di portare avanti le trattative.
«Noi – continua Pallotta – non ci stiamo a questi sporchi giochi dei procuratori. Non abbiamo mica l’anello al naso o siamo una società di terza categoria!». Parole dure, chiare e dirette che rispediscono al mittente le mosse dei procuratori che cercano di muovere le pedine sullo scacchiere del mercato a loro piacimento.
Ma se Candido non viene più a Matera, come si orienta la Bawer per il ruolo di pivot?
«Naturalmente prenderemo un altro pivot. Ma a questo punto ci conviene aspettare e lavorare con tranquillità, sottotraccia», in modo da non innescare certi meccanismi.
E il play? Come si sta muovendo la Bawer?
«E’ meglio aspettare. Perchè se facciamo il nome di Cantone, poi subito dopo ci va “sopra” il Ferentino».
Quindi si prospetta un momento di stallo per il mercato della formazione di coach Ciccio Ponticiello.
«Per il momento abbiamo in mano il contratto di Lovatti. Dobbiamo solamente firmarlo. E penso che lo faremo martedì (domani) nell’incontro che avremo con il presidente».
Lovatti è quindi ok. E Hassan?
«Bisogna vedere cosa dice Rimini. E poi – conclude il direttore sportivo Peppino Pallotta – la vedo difficile anche perchè Hassan ha lo stesso procuratore di Fulvio Candido. Ho poca fiducia che la trattativa si possa chiudere positivamente».
Noie di mercato, dunque, per la Bawer che non vuole cedere ai “ricatti” degli operatori e dei procuratori.
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