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Sono state oltre 10mila, secondo il sindacato, le presenze alle manifestazioni indette dalla Cgil in Calabria in occasione dello sciopero generale contro la manovra finanziaria del Governo. Per il sindacato l’adesione è stata diffusa in tutti i settori e i posti di lavoro: in particolare, è stato toccato il il 55% di adesione da parte dei lavoratori precari, con adesioni del 100% in alcuni centri dell’entroterra cosentino. «I primi dati sono confortanti – è scritto in una nota della segreteria regionale della Cgil – e indicano il livello di consapevolezza e preoccupazione dell’intero mondo del lavoro, dei giovani e dei pensionati. Con questi risultati tutto il gruppo dirigente della Cgil calabrese si sente fortemente impegnato a portare avanti l’azione di iniziative e di mobilitazione fino a quando non ci saranno risposte adeguate e concrete in grado di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini calabresi e dell’intero Paese».
Le manifestazioni, con incontri stampa, sit-in e cortei si sono tenute nelle province e nei territori della regione da Cosenza a Catanzaro, da Reggio Calabria a Gioia Tauro, Vibo Valentia, Castrovillari e Crotone. Particolarmente partecipate sono state le iniziative di Cosenza (in foto) e Reggio Calabria con la presenza di circa duemila persone sia in una città che nell’altra. «Lo sciopero generale – conclude la nota della Cgil calabrese – ha registrato in Calabria una buona adesione in tutti i settori pubblici e privati. Nel valutare positivamente l’adesione e la partecipazione alle diverse iniziative tenutesi nella regione, continueremo a chiedere al governo nazionale di apportare le necessarie modifiche ai provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria».
Nello specifico, le adesioni allo sciopero sono state: il 55% dei lavoratori precari, con adesioni del 100% nei Comuni della Presila, Luzzi e Malito; il 53,4% dei portuali di Gioia Tauro (al primo turno); il 30% università e 21% scuola; 90% nel settore dei metalmeccanici; il 22% dei lavoratori Telecom e il 10% dei call center; 55% dei lavoratori dell’edilizia; il 60% lavoratori dell’agricoltura , il 50% agroalimentare e agroindustria; il 35% nella pubblica amministrazione con punte del 40% nel privato.
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