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Il provvedimento di revoca della chiusura del nosocomio cosentino, è stato assunto dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Cosenza, Pasquale Puzzonia (in foto), dopo aver preso atto del fallimento del tavolo di concertazione che aveva convocato per stamattina e al quale si è presentata solo una delegazione della Uil. I sindacalisti presenti, tuttavia, hanno ribadito la loro posizione in linea con quella della protesta avviata dall’amministrazione comunale di Rogliano e culminata con la occupazione della sede della direzione sanitaria locale. Il direttore generale ha convocato una «conferenza tecnica» per lunedì prossimo, alle ore dodici, nella sede aziendale.
Appresa la notizia della revoca della delibera sulla chiusura dei reparti dell’ospedale, il sindaco di Rogliano, Giuseppe Gallo, ha convocato per domani una riunione di dipendenti ospedalieri, sindacalisti e amministratori locali per decidere quale sbocco dare alla protesta, sei giorni fa culminata con la occupazione della sede della locale direzione sanitaria.
«Siamo consapevoli – ha sostenuto Gallo – di avere vinto una battaglia e non la guerra. Tuttavia, ci godiamo questo momento come un successo che porta altri argomenti alle nostre buone ragioni che, evidentemente, sono state riconosciute come tali. Revocata la delibera, non possono essere messi più in campo gli stessi motivi che l’avevano determinata. Il ‘Santa Barbarà non è un problema, ma è una risorsa per l’azienda ospedaliera e per l’intero sistema sanitario regionale. Mi auguro che il presidente Scopelliti venga a rendersi conto dello stato di questo presidio, che, come avrà auspicabilmente modo di notare, può essere ed è un modello di efficienza e di pulizia per la sanità calabrese».
«Aver mantenuto questi livelli in una situazione di sfascio circostante – sostiene ancora Gallo – non può che accrescere i meriti del personale e dell’intera struttura. Si parla tanto di meritocrazia. Questa struttura va premiata e non penalizzata. Ci auguriamo che i tagli annunciati non siano indiscriminati. Non è possibile buttare il bambino con l’acqua sporca. Credo che il buon senso lo imponga a chi ha la responsabilità di gestire la cosa pubblica regionale».

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