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Ammontano a circa 30 milioni gli euro che verranno risparmiati grazie al pacchetto di misure, nel settore sanitario, approvato ieri dalla giunta regionale. Un pacchetto di misure contro cui si è scagliato il parlamentare lucano Digilio ma anche la Cisl medici.
Le misure adottate mirano al contenimento della spesa in modo da tenere i conti in equilibrio ed evitare che, come avvenuto in tutte le altre Regioni meridionali, si proceda da parte del Governo alla nomina di un commissario che provvederebbe a riportare i conti in ordine con tagli su strutture e servizi. In passato, la stabilità dei conti della Sanità lucana era stata raggiunta grazie all’integrazione dei fondi trasferiti dallo Stato (che per altro nel 2010 risentiranno di una riduzione rispetto al 2009) con risorse proprie della Regione. Ma i tagli previsti dalla manovra del Governo non renderanno più possibile una tale pratica, imponendo, di contro, di rientrare nei limiti del Fondo sanitario.
Gli assi di intervento individuati dall’esecutivo sono quattro: distribuzione diretta di protesi e farmaci, prescrizione di un solo pezzo di ogni farmaco per ricetta medica (con deroghe per i malati cronici) e maggiore utilizzo dei “farmaci equivalenti”, sospensione dell’istituto di “pronta disponibilità telefonica” corrisposta ai medici territoriali e limitazioni all’assunzione di personale da parte delle aziende sanitarie regionali che non abbiano conti in ordine.
Gli interventi in materia farmaceutica e protesica consentiranno un risparmio di circa 11 milioni di euro l’anno, quello di sospensione dell’istituto di “Pronta disponibilità telefonica” garantirà economie per circa 4 milioni e mezzo, le limitazioni di assunzione di personale assicureranno una minore spesa pari a 13 milioni di euro l’anno.
La giunta ha anche provveduto a deliberare in merito alla rimodulazione dei fondi contrattuali relativi al trattamento accessorio del personale delle aziende sanitarie regionali. La nuova norma provvederà a portare ordine nella materia senza che ci sia aumento di costi.
«Il pacchetto di manovre varato – ha spiegato l’assessore alla Sanità Attilio Martorano – è in grado di garantirci nell’immediato il contenimento del deficit sanitario a livelli sostenibili».
«La delicatezza del momento – ha aggiunto il presidente Vito De Filippo – è tale da chiedere attenzione e disponibilità a tutti. Sappiamo di agire su un campo sensibile, ma è essenziale e siamo certi di poter contare sulla responsabilità e sulla disponibilità di tutti, a partire dai medici e i farmacisti, nella consapevolezza che la tenuta del Sistema sanitario regionale è interesse non solo della Regione ma di tutti, a garanzia di un corretto funzionamento del sistema. Pertanto si impone l’adozione di misure che ci mettano al sicuro da eventuali rischi, mentre ci riserviamo una valutazione più completa e definitiva sul quadro della sanità regionale con la legge di assestamento di bilancio che vareremo a luglio, quando il quadro della nuova situazione finanziaria dovrebbe essere più chiaro».
Su proposta di Martorano, la giunta regionale ha approvato le disposizioni per l’avvio della sessione negoziale relativa alla verifica dell’entità dei fondi contrattuali dell’Asm e dell’Asp, nate in seguito all’accorpamento delle Aziende sanitarie in Basilicata.
Si tratta di un atto necessario per definire le linee generali di indirizzo sulla contrattazione integrativa nelle Aziende sanitarie per le varie dirigenze e per il personale del comparto. Sono state rilevate, infatti, diverse e differenti modalità di determinazione dei fondi da parte delle disciolte Aziende e alcune carenze della documentazione trasmessa dalle Aziende sanitarie di Potenza e Matera.
Tale problematica riguarda essenzialmente le varie dirigenze. I valori medi, elaborati per ogni fondo contrattuale, a disposizione per ogni dirigente al 31 dicembre 2008 risultano discostarsi in maniera rilevante tra le varie Aziende.
Per il resto del personale si registra una sostanziale linearità nella determinazione dei fondi, uno scostamento minimale tra i valori medi a disposizione per ogni dipendente al 31 dicembre 2008 tra le varie Aziende, qualche problema interpretativo in merito alla gestione dei residui.
La Giunta regionale, inoltre, ha deciso di procedere alla verifica della consistenza dei fondi contrattuali per le dirigenze e il personale del comparto anche per l’Azienda ospedaliera San Carlo e per il Crob.

Una delle voci più consistenti del risparmio in materia Sanitaria che la Regione Basilicata otterrà con le misure varate è rappresentato dalle voci farmaci e protesi. La norma stabilisce che la prescrizione di farmaci “equivalenti” debba essere portata al 60 per cento del totale, riservando, però, al medico prescrivente la possibilità di indicare che si tratta di un “farmaco non sostituibile” nei casi in cui non sia possibile utilizzare il farmaco equivalente.
Ciascuna ricetta, inoltre potrà prescrivere un solo “pezzo” per ogni specialità medicinale, ma viene fatta salva, anche in questo caso, la possibilità da parte del medico di garantire continuità terapeutica fino a 21 giorni (nei casi in cui la confezione farmaceutica contenga medicinali bastevoli solo per un periodo inferiore) e portando detti limiti a 3 pezzi per ricetta e un limite di 30 giorni di trattamento per i malati cronici.
Prevista, inoltre, la distribuzione diretta dei farmaci in occasione della dimissione ospedaliera e delle visite specialistiche. Tutti i pazienti dimessi dal ricovero dovranno essere in possesso della ricetta di prescrizione dei farmaci necessari ai relativi trattamenti per un periodo non inferiore ai 14 giorni e tali farmaci saranno consegnati direttamente dalle farmacie ospedaliere.
Economie rilevanti anche sul fronte della distribuzione diretta di protesi e ausili sanitari, che potranno essere ritirati dagli aventi diritto presso le farmacie ospedaliere, ove presenti, e le sedi degli ufficiali sanitari e della continuità assistenziale, nei rimanenti centri.
«Grazie a questi interventi – hanno assicurato De Filippo e l’assessore alla Sanità Martorano – riusciremo a mantenere i servizi senza l’aumento di tasse e ticket».
I tagli stabiliti «in maniera unilaterale, oltre a misure di contenimento della spesa farmaceutica – si legge in una nota del segretario regionale della Cisl medici, Serafino Rizzo – prevede anche la sospensione della pronta disponibilità telefonica per i medici di famiglia e i pediatri con gravi ripercussioni sulla capacità di risposta territoriale ai bisogni di salute dei cittadini lucani».
Da oggi, in pratica, «il cittadino non potrà più fare riferimento al proprio medico di fiducia e sarà costretto a rivolgersi in maniera assolutamente discrezionale alle strutture alternative presenti sul territorio (118 e Pronto soccorso nelle ore diurne e continuità assistenziale durante i festivi e le ore notturne), aumentando così gli accessi impropri ai servizi di emergenza-urgenza, già in cronica sofferenza strutturale, ed inevitabilmente il numero dei ricoveri». Per Rizzo ancora più grave è il fatto che «oggi siano stati decisi tagli quando, invece, durante la campagna elettorale si diceva che la sanità lucana godeva di ottima salute».
E ancora più duro il commento di Digilio che ha affermato che «un commissario di Governo per la sanità lucana avrebbe fatto sicuramente meglio rispetto al “guazzabuglio” prodotto da un assessore imprenditore e da un governatore che, sicuramente, da domani sarà in calo di popolarità almeno tra medici e particolari categorie di malati». Il risparmio «si sarebbe potuto garantire tagliando realmente sprechi e rendite di posizione presenti nel sistema sanitario regionale, a partire dai troppi ospedali-doppioni, come tra i manager e i grandi funzionari. Invece si è preferita la strada più semplice che tocca innanzitutto i medici di famiglia senza però valutarne gli effetti diretti sugli utenti e il blocco di assunzione di nuovo personale». Per Digilio si tratta di «scelte improvvisate per le quali non c’era bisogno di chiamare un imprenditore a dirigere la sanità, ma appunto bastava un ragioniere. Ci aspettiamo adesso le reazioni dei medici, delle loro organizzazioni di categoria e dell’Ordine che li dovrebbe tutelare per capire quali margini di autonomia hanno nei confronti del sistema politico di governo regionale e se quindi questa volta sapranno far valere le loro ragioni come quelle dei loro assistiti».

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