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Associazione per delinquere, voto di scambio, millantato credito, truffa ed altro; queste le ipotesi di reato demandate alle «Superiori valutazioni tecniche delle Procure della Repubblica di Reggio, Palmi e Locri in ordine al «sorprendente exploit di Antonio Rappoccio eletto al Consiglio Regionale nella lista ‘Insieme per la Calabria’ in quota PRI». Lo ha ufficialmente comunicato il primo dei non eletti nella stessa lista l’avvocato Aurelio Chizzoniti, Presidente del Consiglio Comunale della Città di Reggio Calabria, nel corso di una conferenza stampa confermando la presentazione il 17 giugno «di un voluminoso dossier – è scritto in una nota – che riferisce di un bando indetto dall’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria per selezionare 59 operai per l’Azienda Forestale Regionale, nonchè della incessante attività del neo Consigliere Regionale Rappoccio impegnato da quasi due anni a selezionare in chiave elettorale attraverso talune società e cooperative quali Astrambiente ed Alicante ben riconducibili al Consigliere Rappoccio addirittura 400 lavoratori per conto di una fantomatica multinazionale del fotovoltaico il cui nome ancora oggi nessuno conosce». Richiamando, altresì, «l’incredibile storia di pagamenti di quote associative a cooperative inattive alla data odierna finalizzate all’assunzione in società, fabbriche e quant’altro inventato tutto puntualmente inesistente mentre incalza Chizzoniti l’unica cosa certa è che dopo circa due anni di subdole ed infide iniziative occupazionali nessun disperato disoccupato è stato assunto».
Sul versante istruttorio Chizzoniti ha chiesto il sequestro del conto corrente postale acceso dall’Alicante «ove sono confluite le quote degli aspiranti ad un posto di lavoro che vivono quotidianamente il dramma della disoccupazione cinicamente strumentalizzato. È stato altresì chiesto il sequestro di numerosi contratti telefonici di utenze fisse e mobili nonchè di atti, documenti e cose sia quale corpo dei reati ipotizzati che per l’accertamento dei fatti ricostruiti. Completano il quadro istruttorio la indicazione di circa 40 testimoni alcuni dei quali hanno già rilasciato dichiarazioni accusatorie ad un investigatore privato officiato dall’Avv. Chizzoniti esibendo anche le ricevute postali dei versamenti effettuati, le lettere di convocazione, bigliettini senza firma per il differimento di fantomatiche prove orali e tantissimi altri documenti utili alle indagini. Spicca – prosegue il comunicato – fra le testimonianze richieste quella del Comandante il Gruppo Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria che sarebbe stato chiamato in causa in ordine ad una denuncia verbale da parte dei vertici burocratici dell’Amministrazione Provinciale reggina afferente le migliaia di domande dichiarate inammissibili dai Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria in relazione ad un concorso dalla stessa indetto nel cui contesto sarebbero state dichiarate inammissibili migliaia di domande per dichiarazioni mendaci o produzione di false certificazioni. Secondo Chizzoniti non è stato rispettato l’obbligo di denuncia scritta di cui all’art. 331 c.p.p».
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