3 minuti per la lettura
di SANTE CASELLA*
Il leader dei “Diritti civili” Franco Corbelli, che ha proposto il garante della salute, ha dichiarato: “E’ una pagina storica perché il garante della salute, prima e unica struttura del genere in Calabria e in Italia, esprime un modello di buona sanità destinato a evitare ingiustizie e violazione dei diritti degli utenti, come dimostrano i casi di malasanità registrati in Calabria”. Ma la Provincia di Cosenza, che ha fatto la proposta alla Regione e gli stessi partiti politici sanno che esiste una normativa degli anni 1994/95 che disciplina il processo di trasparenza dei servizi pubblici sanitari? In particolare, con legge n. 173/95, è stata prevista la Carta dei servizi sanitari affidandone la competenza agli Uffici per le relazioni con il pubblico (redazione aggiornamento e applicazione col coinvolgimento dei cittadini). Gli stessi Urp sono stati chiamati a provvedere alla distribuzione dei questionari ai cittadini-utenti per verificare il grado di soddisfazione circa la qualità dell’assistenza sanitaria percepita. Tale processo di trasparenza, purtroppo, risulta pressoché bloccato nelle varie aziende sanitarie e ospedaliere. E’ il caso di sollecitare il governatore della Calabria Scopelliti perché rilanci il processo di trasparenza facendo funzionare gli Urp delle varie aziende della sanità e nominando il garante della salute. Giova ricordare che il coinvolgimento dei cittadini è utile per farli collaborare con i gestori e con gli operatori della sanità pubblica e privata, per correggere disfunzioni e disservizi, e per evadere i reclami presentati dagli utenti garantendo (cosa importante per la trasparenza) l’umanizzazione e personalizzazione dell’assistenza sanitaria. Sappiamo che mestieranti della politica e del potere, sindacati corporativi, interessi privati forti, burocrati e dirigenti conservatori e speculatori vedono come il fumo negli occhi l’impianto della trasparenza e del coinvolgimento degli utenti previsto dalla normativa sulle carte dei servizi sanitari e sul funzionamento degli Urp e Uffici stampa (basti ricordare che la legge 150/2000 sulla comunicazione nella Pubblica amministrazione dopo 10 anni è ancora inapplicata). Ciononostante e pur prendendo atto che i responsabili della politica sanitaria a livello regionale e locale, bocciati dagli elettori calabresi il 28 e il 29 marzo, assistendo inerti al fermo del processo di trasparenza e d’attuazione della Carta dei servizi, hanno pensato d’insediare commissioni per la qualità, affidare consulenze a istituti di ricerca per monitorare la qualità della sanità locale, insistiamo con i nuovi gestori della sanità regionale perché non affossino definitivamente il processo di coinvolgimento dei cittadini-utenti prima richiamato. Intanto neanche il garante della salute, varato da un anno e mezzo viene nominato! Non si fanno funzionare gli Urp (con l’attivazione di un Urp di coordinamento nell’assessorato regionale, come proposto dai dirigenti Urp aziendali fin dal 2000 e arenato nei meandri dell’assessorato alla Salute). Le commissioni per la qualità, i sondaggi costosi affidati a esterni, lo stesso garante della salute (vista la vita grama che vivono Urp e Uffici stampa) rischiano d’ostacolare ulteriormente il processo di trasparenza e di mortificare nello stesso tempo gli operatori degli Urp, ai quali non viene consentito di svolgere i compiti previsti. In tale contesto, finora, ha prevalso, indisturbata, la pratica affaristico-clientelare portata avanti dai mestieranti della politica e del potere, che, trasversalmente, operano da molto tempo nell’industria della sanità.
*ex dirigente Urp e Ufficio stampa
Azienda ospedaliera Cosenza
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA