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E’ spento da un periodo lunghissimo, compreso fra 670.000 e un milione di anni, e si trova nel Tirreno meridionale, al largo della Calabria, di fronte a Capo Vaticano. La scoperta è dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) in collaborazione con l’università della Calabria, e la notizia è in via di pubblicazione sul Journal of Geophysical Research.
Il nuovo vulcano è di medie dimensioni, la sua sommità si trova a 120 metri sotto il livello del mare, si estende per circa 15 chilometri e si trova sulla stessa faglia che ha dato origine al terremoto verificato nel 1905.
«E’ un vulcano che ormai non desta più alcuna preoccupazione», ha detto Massimo Chiappini, che fa parte del gruppo di ricerca composta da Riccardo De Ritis, Guido Ventura, Iacopo Nicolosi e Fabio Speranza.
«La sua scoperta – aggiunge – rimette però in discussione i modelli geodinamici della zona», per esempio quelli che spiegano la formazione delle Eolie. Il numero dei vulcani italiani sale così a 29. Di questi, 16 sono spenti; 9 attivi (Vesuvio, Etna, Vulcano, Lipari, Stromboli (in foto), Panarea, Ischia, Campi Flegrei e Pantelleria) e quattro sono in fase di studio (Palinuro, Salina, Marsili, Colli Albani)

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