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Attivare «una verifica puntuale sulle procedure in corso relative alla realizzazione della diga sul fiume Melito», in provincia di Catanzaro, finanziata per circa 260 milioni di euro, i cui lavori sono bloccati; questa la richiesta contenuta nell’interpellanza inviata al presidente del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi ed al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, da parte di un gruppo di parlamentari del Pd, la cui prima firmataria è Doris Lo Moro (in foto). Nell’interpellanza si chiede: «se, considerate le preoccupazioni espresse dal Presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, (ente committente, ndr) non ritiene necessario, in particolare, verificare che non ci si siano state irregolarità nella trattazione della procedura relativa alla diga sul Melito».
I parlamentari sottolineano che «La programmazione della diga di Gimigliano sul fiume Melito risale al 1978, anno in cui l’opera è stata inclusa in un programma di opere destinate ad essere finanziate dalla Cassa per il Mezzogiorno; nel lontano 1982 la Cassa per il Mezzogiorno approvava il progetto di costruzione della diga; nel 1983 l’esecuzione dei lavori – si fa rilevare – veniva affidata in concessione al Consorzio di Bonifica Alli Punta di Copanello, confluito nel Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, oggi associato all’URBI Calabria.
Si tratta di un’opera imponente, – fanno rilevare i firmatari – la più grande in cantiere nel Sud, destinata a incidere molto sul territorio della provincia di Catanzaro e dell’intera Calabria, per l’entità dell’investimento – 260 milioni di euro circa, totalmente finanziati – e per la rilevanza dell’infrastruttura, destinata all’approvvigionamento idrico di decine di Comuni e di centinaia di aziende ed imprese».
Per i parlamentari, «nonostante la rilevanza dell’opera e la forte attesa da parte del territorio la diga, con il trascorrere degli anni, è apparsa destinata a non essere completata, tant’è che più volte anche sui giornali nazionali si è denunciato lo scandalo per l’ennesima incompiuta. Da ultimo, – è ancora scritto – nel 2008, dopo anni di battaglie, false partenze, ricorsi, arbitrati e trattative, sembrava si fosse vicini ad una svolta tant’è che è stata indicata la data del 2015 per l’inaugurazione della diga ma i lavori sono rimasti bloccati, in attesa dell’approvazione di una «perizia esecutiva del progetto delle opere di completamento dell’infrastruttura».
Con nota datata 3 giugno 2010, allegata in copia alla presente, indirizzata anche ai parlamentari della Calabria, il Presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, Grazioso Manno (che è anche Presidente dell’URBI Calabria), – si legge – denunciava che aveva scritto al Ministro Matteoli e al Direttore Generale per le dighe, ing. Claudio Rinaldi, in data 19.06.2008 e in data 17.11.2008, senza ottenere alcuna risposta; che aveva anche inviato al Ministro Matteoli in data 21.11.2008 una nota riservata ma anche questa era rimasta senza riscontro». Secondo i parlamentari Pd, «non può sorprendere il fatto che il Presidente del Consorzio si lamenti pubblicamente del mancato riscontro delle sue note, considerato che ha atteso lungamente una risposta (559 giorni dalla nota riservata indirizzata al Ministro, secondo la lettera-denuncia già richiamata) su procedure riguardanti opere la cui esecuzione è affidata proprio al Consorzio di Bonifica; Nè sorprende che il suo allarme sia stato accresciuto dal fatto che alcuni dei Dirigenti ministeriali competenti risultino coinvolti in vicende giudiziarie di grande attualità».

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